Non saranno le sofisticate strategie antiterrorismo o le campagne militari a seppellire l’estremismo islamico. È questo il pensiero di Humza Arshad, giovane comico di origini pakistane diventato famoso nel Regno Unito grazie al suo canale YouTube che gli ha permesso di esibirsi su palcoscenici improvvisati nelle scuole, dove la maggioranza degli studenti è di religione islamica.
Sponsorizzato da Scotland Yard, il ventinovenne Arshad, gira di scuola in scuola portando la sua idea, rappresentando con scene comiche uno degli esempi più intelligenti di quella guerra culturale che molti hanno invocato per contrastare l’ISIS, ma che in pochi finora hanno saputo declinare in maniera efficace. Definito l’anti Jihadi-John (il boia dell’ISIS), le sue battute fulminanti non risparmiano colpi contro il radicalismo derivato da una lettura bigotta del Corano, ma nemmeno contro gli stereotipi con i quali i musulmani vengono spesso bollati come una massa indistinta di fanatici pronti a far saltare in aria l’Occidente. In tal modo il comico londinese lancia il suo messaggio, dichiarando che: «Dell’estremismo bisogna farsi gioco, non caderne preda».
Dopo aver frequentando la prestigiosa scuola di arte drammatica di Richmond tutto quello che gli veniva proposto erano ruoli da terrorista comprimario, ma questo non lo scoraggiò. Dopo la scuola d’arte, il celebre comico britannico continuò a lavorare nel negozio di famiglia per mettere da parte i soldi che gli sarebbero serviti a comprare un videocamera per produrre da sé i propri video, usando YouTube come strumento di diffusione. Col nickname di Badman, aspirante gangster che finisce per farsi picchiare dalle ragazze ed è costantemente ridicolizzato dalla madre, Arshad è divenuto noto sul Web. I video sono diventati virali, arrivando a 60 milioni di visualizzazioni e facendo di Arshad uno dei personaggi più popolari tra i giovani britannici, in particolare tra quelli di religione islamica.
Presentandosi nelle scuole, Badman viene accolto molto calorosamente perché amato dal pubblico di studenti che non smettono di ridere alle sue battute, ma è maggiormente credibile quando si mette a ridicolizzare il jihadismo dal quale i giovani rischiano di farsi sedurre. Quello che offre è uno show comico, seguito da un unico momento serio, dedicato alla vicenda delle tre adolescenti musulmane britanniche fuggite recentemente per andare in Siria e di cui una di loro è la sorella di un amico fraterno. «Erano una famiglia normale ma ora, sono devastati da questa storia. Immaginate che si tratti della vostra famiglia, di una vostra sorella», dice, cercando di sensibilizzare gli studenti su questo delicato argomento, troncando di colpo le risate e lasciando spazio al silenzio. Lo show si conclude, lasciando il posto all’immancabile selfie con la star.
Ciro Pappalardo
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