Si è svolta nei giorni scorsi un’intensa attività di controllo da parte della Polizia di Stato e la Polizia Stradale nei confronti di alcuni esercizi pubblici aventi sede in paesi dell’hinterland etneo, la cui attività è strettamente connessa alla circolazione stradale.
Il Compartimento Polstrada di Catania, in collaborazione con le cinque Sezioni di Polizia Stradale che vi fanno capo (Catania, Messina, Siracusa, Enna, Ragusa) ha messo in campo una “task-force” formata da esperti nei controlli amministrativi, nell’identificazione dei veicoli e nel falso documentale.
Il contrasto al traffico illecito di parti di ricambio e la tutela dell’ambiente sono temi a cui la Polizia Stradale è sempre doverosamente molto attenta. In questo senso, quello degli autodemolitori è certamente un settore molto delicato, basta pensare a come si moltiplica il valore di un veicolo se venduto per singole parti e a quanto possano essere notevolmente inquinanti i proventi delle attività di demolizione quali batterie esauste, componenti elettrici ed elettronici, vecchi pneumatici, oli minerali ed altri liquidi contenuti nei veicoli da rottamare.
Sono state così passate al setaccio complessivamente cinque attività commerciali: due demolitori e tre rivendite di auto usate.
Nei confronti degli autodemolitori sono state riscontrate violazioni di carattere amministrativo e penale, avendo riscontrato violazioni della normativa ambientale per ciò che concerne la gestione di rifiuti speciali e/o nocivi. Inoltre sono stati rinvenuti veicoli in numero superiore a quello consentito, accatastati l’uno sull’altro, o introitati da più lungo tempo rispetto al termine consentito – massimo 30 giorni – per procedere alla materiale rottamazione. Altre irregolarità sono state rilevate anche nella gestione della vendita dei ricambi usati provento dell’attività di demolizione.
Scenario diverso, ma medesimo ambito di applicazione per ciò che concerne le norme violate, è stato riscontrato in occasione dei controlli operati presso alcuni rivenditori di auto usate. Su un totale di tre autosaloni visitati, sono state passate in rassegna complessivamente circa duecento autovetture al fine di verificare le effettive percorrenze chilometriche (e scongiurare così la possibilità di chilometraggi “scaricati”). Inoltre, circa cinquanta autovetture sono state minuziosamente controllate – nell’ambito dell’azione di contrasto al fenomeno del riciclaggio dei veicoli – nei dati identificativi e sulla genuinità delle targhe, considerato che recentemente si sono registrati casi di clonazione di veicoli muniti di targhe false, che a prima vista si presentano identiche alle originali.
Grazie alla meticolosità dei controlli, sono state così individuate tre autovetture con chilometraggi alterati (si parla di totali ridotti di diverse decine di migliaia di chilometri), che sono state trovate all’interno di un autosalone ubicato nell’acese. Le tre autovetture sono state poste in sequestro e l’amministratore della Società interessata è stato denunciato per il reato di frode in commercio.
Una diversa infrazione è stata contestata a un altro imprenditore di un paese della cintura etnea, in possesso di licenza solo on-line per operare nel commercio di autovetture. Ciononostante, aveva allestito un piazzale con tanto di esposizione di autovetture, schede del veicolo e prezzi, in totale violazione della normativa comunale che prevedeva il divieto assoluto in quanto area non destinabile a ciò. Per l’imprenditore è scattata quindi la chiusura immediata dell’attività e una sanzione amministrativa di oltre cinquemila euro.
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