Non c’è pace per la parte settentrionale del continente africano. Dopo il terremoto avvenuto in Marocco provocando migliaia di vittime, ora è il turno della Libia. La tempesta Daniel ha causato il crollo di due dighe nel distretto di Derna, nella regione della Cirenaica. Le vittime sono cirica 2000, mentre i dispersi sono considerati circa 1200.
Le fortissime piogge torrenziali non hanno fatto altro che provocare questo disastro. Una tempesta che ha scansato l’Italia ma che si è abbattuta sulla Libia. I danni causati dall’uragano e dalle dighe crollate hanno portato il primo ministro, Osama Hammad, a due giorni di stop dal lavoro, eccezione per i servizi di emergenza, sanitaria e sicurezza.
Inter città e quartieri sono state sommerse dall’acqua, addirittura sembra che alcune di loro siano state spazzate via completamente. L’intero distretto è inondato da acqua e fango.
Dopo cinque giorni passati dall’alluvione che ha causato vari disastri nella parte nord est della Libia, a Derna, in Cirenaica, le vittime risulano 5300. Un numero, però, destinato non solo a salire, ma ad essere considerato una vera e propria ecatombe. Si stanno creando fosse comuni per non essere infettati dai tanti cadaveri presenti sul territorio. Un vero e proprio disastro sia dal punto di vista umanitario che ambientale.
Si pensa che le persone senza vita possano essere oltre 20.000. Una stima calcolata dagli esperti a causa delle città e villaggi distrutti, e dall’essere ricoperti da detriti e fango.
I dispersi risultano molti soprattutto perché i parenti non riescono a contattare le persone interessate. I motivi possono essere tanti: dai cellulari guasti, all’essere ancora sotto le macerie, o addirittura trovarsi in mare. Come se non bastasse, a Derna non c’è campo. Quindi per entrare in contatto telefonicamente con qualcuno bisogna spostarsi fuori città.
Una scena dall’immaginario apocalittico si è abbattuta in Libia.
Foto: CNN
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.