Filippo Turetta è appena atterrato in Italia, dove dovrà rispondere dei reati di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Il ventunenne si trovava in Germania, dove fu arrestato dopo una settimana di fuga.
Il volo è decollato stamattina alle 10:45, notizia appresa da un portavoce della polizia tedesca. Verso le 10 e mezza sappiamo che il Falcon 900, partito da Ciampino alle 8, è atterrato a Francoforte con a bordo il personale del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia. La Scip ha partecipato anche all’attività di ricerca di Turetta quando era scomparso; nelle more dell’emanazione del Mandato di Arresto Europeo ha inserito nel sistema Schengen-Sis Turetta e la sua autovettura come “da rintracciare”.
L’aereo militare è decollato nell’orario previsto delle 10:45, come comunicato in tempo reale dal portavoce della polizia aeroportuale di Francoforte sul Meno. L’aereo è atterrato all’aeroporto Marco Polo Venezia alle 11:22, dopo circa 40 minuti ad alta quota, periodo in cui è stato il volo più tracciato al mondo sui siti e le applicazioni dedicate al traffico aereo.
Dopo l’atterraggio, Turetta è stato trasferito negli uffici della polizia aeroportuale per la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In seguito, gli investigatori incaricati del caso consegneranno Turetta ai carabinieri di Venezia per il trasferimento nel carcere di Verona.
LaPresse apprende da fonti accreditate che nel carcere di Verona Turetta sarà posto in un ristretto reparto dell’infermeria, controllato a vista 24 ore su 24 per evitare atti autolesionistici o gesti avventati.
La scorta che ha accompagnato Turetta dalla Germania all’Italia descrive l’aspetto del giovane. Indossava tuta e scarpe da ginnastica, un giubbotto blu. Appariva dimesso e rassegnato, con la barba incolta, del tutto distaccato da ciò che stava accadendo attorno a lui.
Il legale di Elena Cecchetin, Nicodemo Gentile ha affermato: «É un uomo senza empatia, che ha lucidamente eliminato la sua ex per punirla da quello che lui ha considerato un atto di insubordinazione subito, poiché, ormai, la nostra Giulia non rispondeva più alle sue aspettative. Lavoreremo, affinché, la Procura prima e i giudici poi, riconoscano a carico del Turetta l’aggravante del “motivo abietto”.
L’avvocato è anche il presidente di “Penelope”, associazione che si occupa di persone scomparse. «Turpe è la causale dell’omicidio e spregevole è tutta la condotta complessiva. La laurea di Giulia, ha costituito il punto di rottura, di non ritorno, infatti, questo traguardo della ragazza avrebbe reso Filippo sempre più piccolo e comportato il definitivo distacco della giovane, pronta a svoltare pagina anche nel mondo delle sue relazioni».
Fonte immagine in evidenza: Point
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