Fino ad almeno l’anno scorso, la preoccupazione principale dei popoli di tutto il mondo era quella di veder finire completamente, senza potervi porre rimedio, le risolse acquifere e cibarie a causa dello sciupio quotidiano e indiscriminato. Oggi, alla luce di quel che stiamo vivendo a causa del Coronavirus – che, appunto, c’ha reclusi in casa al fine di contenerne, il più possibile, la diffusione –, il timore ha, a quanto pare, spostato il suo mirino, puntandolo su Internet. Difatti, sebbene l’accesso a questo bene sia riservato, almeno per il momento, al solo 58,8% della popolazione mondiale, la quarantena forzata per, circa, quasi due miliardi di persone, avrebbe triplicato il traffico web, rendendo, a volte, persino difficile navigare o direttamente connettersi.
In relazione a quanto riportato da msn.com, non a caso, lo strumento utilizzato spesso come speed-test della connessione, Ookla, ha già dichiarato come, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, in Italia la connessione Internet abbia subìto un rallentamento del 10% – per via di un aumento di consumo di oltre il 90% su rete fissa, e del 30% da mobile. WindTre sostiene che le stime in questione siano, rispettivamente, del 40 e del 35%, mentre Open Fiber del 40 e 70%, in download, e di, addirittura, il 300% in upload. Patron Facebook, Instagram e WhatsApp, in tal proposito, si sarebbe mostrato impensierito – durante il punto della situazione con la stampa internazionale – riguardo all’eccessivo utilizzo che si sta facendo, attualmente, di Internet, considerandolo, invero, un bene prezioso, ma soprattutto, di proporzioni finite.
Proprio in Italia si registrano aumenti vertiginosi, e a causa di video, gaming, video-conferenze – specialmente grazie allo smart-working a cui, volenti o nolenti, hanno dovuto approcciarsi la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti –, istruzione scolastica, film in streaming, videochiamate fra amici e parenti, e quant’altro si possa immaginare che, prima dell’avvento del Coronavirus, riscontravano già un notevole apprezzamento, mentre adesso, dovendo rimanere a casa per forza, hanno visto schizzare alle stelle il proprio share. Tant’è vero che, alcune società come Sony, e altre, hanno dovuto abbassare in modo consistente la velocità del bitrate dei rati, o del download di giochi e simili per evitare che gli utenti restino ulteriormente incastrati nel bel mezzo di un traffico inarrestabile.
Più nello specifico, secondo Cisco, leader mondiale per le soluzioni web, nel 2020 il su detto traffico avrebbe raggiunto, ogni mese, circa 254 exabyte di volume: con la situazione corrente legata alla diffusione del Coronavirus, è molto probabile che il numero in discussione potrebbe anche raddoppiarsi. Dato questo, l’agenzia italiana per le comunicazioni si è già mossa per potenziare la banda ultra-larga, e semplificare di gran lunga le procedure per costruire nel minor tempo possibile le infrastrutture utili alle alte connessioni. Senza contare che, esse, venendo poste sotto il livello del mare, fra circa quindici anni potrebbero ritrovarsi sommerse proprio a causa del suo innalzamento – come sappiamo, dovuto allo scioglimento dei ghiacciai –, mandando, quindi, quasi del tutto in tilt le congiunzioni di rete.
Per di più, si è calcolato che stare assiduamente collegati apporta un consumo spropositato della corrente elettrica – anche da mobile, tenendo conto che la navigazione contribuisce a scaricare la batteria, dovendo, pertanto, ricaricarla spesso –, il quale contribuisce, in modo sostanziale, alla propagazione sempre maggiore di gas serra; che se adesso sta diminuendo grazie alla stasi mondiale, potrebbe risollevarsi un’altra volta, e in modo ancora peggiore. Insomma, sembrerebbe non esserci via d’uscita da questa quarantena forzata: o stare rinchiusi in casa con il pallino perenne di controllare le notifiche social, le e-mail, giocare, eccetera, oppure cercare di dedicarsi ad altro alleggerendo la “dipendenza da Internet”. A noi/voi l’ardua sentenza.
Anastasia Gambera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.