L‘estate prossima, tra il 31 luglio e il 19 agosto, comincerà l’ambizioso ed intrigante viaggio della sonda Parker Solar Probe, che arriverà ad una distanza dal Sole ben sette volte superiore rispetto alle precedenti sonde umane, come riportato dal Corriere della Sera. Dotata di quattro strumenti di bordo, che le permetteranno di analizzare alcune caratteristiche particolari di determinati fenomeni che non sono state ancora chiarite del tutto, tra cui, ad esempio, il plasma solare, le modalità con cui il vento solare aumenta la velocità e il maggior calore della corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole e visibile soltanto durante le eclissi totali o utilizzando strumenti adeguati (tra cui il coronografo), rispetto alla superficie.
Pur essendo la stella a noi più vicina, infatti, il Sole nasconde innumerevoli ed affascinanti interrogativi e dubbi che stimolano la curiosità di studiosi, esperti ed appassionati di ogni angolo del globo, i quali cercano incessantemente risposte alle loro domande, in particolar modo per quanto riguarda le esplosioni che si verificano sulla superficie solare, che possono influire sulle nostre tecnologie di comunicazione e rappresentare un ostacolo per le spedizioni interplanetari; ciò che avviene al suo interno e il calore della corona solare, che, come riporta il mensile scientifico Focus, si estende per milioni di km nello spazio e raggiunge temperature di milioni di gradi centigradi, mentre sulla superficie esse non vanno oltre i 5.500 °C.
In questo senso, poco più di tre anni fa avvenne il lancio del razzo FOXSI-2 (Focusing Optics X-ray Solar Imager), che un gruppo di ricercatori svizzeri, giapponesi e statunitensi spedì nel dicembre 2014, munito di ben sette telescopi a bordo, per verificare l’ipotesi secondo la quale le nanoflare, esplosioni di lieve entità (tanto da non poter essere misurate dagli strumenti adottati fin qui) che si verificano sulla superficie solare, introducano nella corona un’ingente quantità di energia. A sostenere tale ipotesi vi è il fatto che nessun altro mezzo utilizzato abbia rilevato fenomeni del genere, ragion per cui essa potrebbe presto divenire una teoria a tutti gli effetti. In questo senso, risulta fondamentale il ruolo che la Parker Solar Probe reciterà tra la fine di luglio e la metà di agosto, in cui partirà con a bordo un microcircuito contenente i nomi di tutti coloro che invieranno alla NASA, entro e non oltre il prossimo 27 aprile, i propri dati.
Un’occasione imperdibile, dunque, non soltanto per scienziati, studiosi ed esperti, ma anche e soprattutto per appassionati di astronomia o, semplicemente, per chiunque sia affascinato dall’idea di spedire il proprio nome su una sonda destinata ad infrangere tutti i record precedentemente stabiliti dalle tante altre sonde lanciate fin qui alla volta del Sole. Come detto, infatti, la Parker Solar Probe sarà quella che più si avvicinerà alla stella che illumina il nostro pianeta, tanto che si andrà ad immettere nella corona, a distanza di 6,16 milioni di km dalla superficie solare. Oltre a ciò, essa è protetta da un particolare scudo termico di carbonio dallo spessore di 11,43 cm, il quale le consentirà di reggere fino ad una temperatura di ben 1377 °C.
Una volta lanciata, la sonda oltrepasserà il pianeta Venere al fine di acquisire maggiore rapidità, quindi compirà ben 24 orbite intorno alla nostra stella, di cui l’ultima è prevista tra poco più di sette anni, il 14 luglio 2025 per l’esattezza. Nel momento in cui arriverà nei pressi del Sole, avrà una velocità di 700 km/h, aspetto piuttosto rivelante anche e soprattutto per ciò che concerne i tanti primati che le spetteranno di diritto: raggiungendo una tale rapidità, infatti, la Parker Solar Probe diventerà l’oggetto più veloce mai costruito dall’uomo, infrangendo il record stabilito dalla sonda Helios II che, lanciata il 15 gennaio 1976, orbitò attorno al Sole in un’orbita ellittica, toccando la minima distanza dalla nostra stella mai raggiunta (poco più di 43 milioni di km, per la precisione 43,432) e la massima velocità mai raggiunta da un oggetto umano, ossia 252,792 km/h.
Entrambi i record stabiliti da Helios II poco più di quarantadue anni fa, però, si apprestano ad essere eguagliati e poi superati, peraltro con uno stacco notevole, dalla sonda Parker Solar Probe, il cui viaggio imminente appare già destinato a rimanere nell’immaginario collettivo ed a scrivere un’importante pagina di storia di astronomia e non solo, oltre a spiegare una volta per tutte i tanti misteri ed interrogativi rimasti fin qui irrisolti o chiariti soltanto parzialmente. Sin dagli anni Cinquanta del ‘900, infatti, numerose sonde sono state progettate per l’esplorazione del Sole, dai Pioneer 5, 6, 7, 8, 9, lanciati dalla NASA tra il 1959 e il 1968, le sonde Helios I ed Helios II, di cui la prima fu lanciata il 10 dicembre 1974 in seguito a un accordo tra gli Stati Uniti e la Germania Ovest, e la stazione solare Skylab (lanciata il 14 maggio 1973), che fornì dati relativi all’emissione del vento solare, alle espulsioni di massa, ai buchi della corona solare e alle emissioni ultraviolette da parte di quest’ultima.
La Solar Probe Plus è stata ribattezzata Parker Solar Probe in onore dell’astrofisico statunitense Eugene Parker, particolarmente noto per aver sviluppato la teoria sul vento solare, descrivendo un complesso sistema di plasmi, campi magnetici e particelle energetiche che compongono questo fenomeno, per i suoi importanti studi sull’eliosfera e per aver previsto l’esistenza della corrente eliosferica diffusa, conosciuta anche come spirale di Parker. La decisione della NASA è stata annunciata in occasione di una cerimonia tenutasi all’Università di Chicago, in cui Parker ricopre il ruolo di professore emerito al Dipartimento di Astronomia e Astrofisica. Mai prima d’ora una sonda o veicolo spaziale era stato intitolato ad una persona ancora in vita. Solitamente tributi di questo tipo vengono fatti dopo il lancio, ma stavolta la NASA ha deciso di onorare in anticipo Parker, alla luce dei suoi importantissimi contributi all’eliofisica e alle scienze spaziali.
Dennis Izzo
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