Un sogno altro non è che una travagliata e misteriosa rielaborazione del proprio vissuto. A tutti, almeno una volta, è capitato di vivere le più disparate e stravaganti esperienze all’interno di un sogno. Se si è fortunati ci si sveglia con un resoconto molto nitido e ricco di dettagli, seppur la generale esperienza onirica sia offuscata e surreale. Se, dunque, il motore cardine di un sogno e del suo ricordo è la percezione visiva, che cosa sogna un cieco?
Per un vedente un sogno è la rielaborazione del vissuto e il medesimo principio vale per un non vedente. Il vissuto di un cieco è fatto di suoni, percezioni, sensazioni, tatto e odori: il suo sogno avrà queste caratteristiche. Il panorama visivo viene sostituito dalla modalità di approccio di un cieco al mondo. Nei nostri sogni è possibile addirittura incontrare degli sconosciuti ma, in realtà, durante la sua fase REM, il cervello non è in grado di elaborare un nuovo volto. Dunque, si tratterà del ripescaggio di un lontano ricordo, di un passante magari. Allo stesso modo, anche un cieco può ritrovarsi a dividere il suo sogno con uno sconosciuto e sarà la sua voce a mostrarsi come estranea.
Ciò che è sbagliato, nell’accezione di un sogno, è volerlo considerare obbligatoriamente legato ai propri sensi. Invece i sogni sono individuali, meravigliosi e misteriosi. Se quindi alla base della creazione di un sogno, al di là della soggettiva attività inconscia di un individuo, si pone la fantasia, non c’è un senso che più di un altro possa porre freni alle trame delle esperienze oniriche. Un’elevata capacità di immaginazione è in grado di intavolare storie avventurose e surreali, anche se talvolta fatte soltanto di suoni. Del resto, che valore avrebbe un thriller o un horror senza colonna sonora? Analogamente, gli stimoli uditivi possono suscitare emozioni quanto più forti e nitide. In un’intervista, una ragazza cieca racconta di come, una volta, le sia capitato di sognare di innamorarsi di uno sconosciuto. Il particolare tono di voce di quell’uomo, il piacere provato al tatto della sua pelle e i suoi particolari modi di porsi e trattarla, l’avevano rapita. Peccato fosse solo un sogno.
Allora, paradossalmente, il “limite” della cecità farebbe da trampolino verso un fantasioso viaggio all’interno del proprio inconscio: un tuffo in un tunnel buio ma arricchito di stimoli e sensazioni di ogni varietà!
Giulia Sorrentino
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