La città di Sciacca è ricca di meraviglie dell’architettura civile, meravigliosi palazzi che rendono ancora più elegante il centro storico. Uno dei più interessanti e meglio conservati del XV secolo è il “Palazzo Perollo”, che appartenne alla famiglia Argomento; solo a seguito del matrimonio di una sua rappresentante, passò ad un ramo della nobile famiglia Perollo, venuta in Italia al seguito del Conte Ruggero.
Per mancanza di discendenza diretta, alla fine del XVI secolo, il palazzo ritornò nuovamente alla famiglia, mentre –per lo stesso motivo- nel 1601 passò ad una nipote della famiglia Pigna; nel 1652 fu ereditato da una discendente dei Lauro che andò in sposa a Giovan Battista Arone barone di Bonfiglio.
Internamente notevoli si presentano la volta a costoloni poggiante su quattro mense angolari, il soffitto a cassettoni nella sala d’ingresso e un altro soffitto a cassettoni con quadrelli dipinti a motivi floreali in una stanza interna.
A pianta rettangolare, si presenta impreziosito da tre eleganti bifore gotiche, mentre il balcone in stile barocco con ringhiera a petto d’oca è un’aggiunta settecentesca.
Internamente, nel cortile, è conservata una bella scala catalana, i cui gradini sono con cornice a risega. Sul muro orientale del cortiletto si apre una deliziosa piccola finestra ad arco inflesso. Sul lato nord, invece, un’antica finestra quadrata murata.
Dinanzi a questo palazzo, che appartenne a Federico Perollo, Capitano di Giustizia della città, rimase per due giorni insepolto Giacomo Perollo di Pandolfina, ucciso dai partigiani del conte Sigismondo Luna, durante le giornate del famoso “Caso di Sciacca” del 1529.
Quando di una città sono anche le pareti a raccontare e a raccontarsi. Quando tutto parla. Basta soltanto sapersi mettere in ascolto.
Letizia Bilella
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