Aumenti di stipendio, bonus per merito e “diritto alla disconnessione” sono solo alcuni degli interventi attuati nel nuovo contratto per gli insegnanti e il personale ATA.
Dopo oltre nove anni di stallo, venerdì 9 febbraio è stato firmato il nuovo contratto di lavoro del comparto Istruzione e Ricerca. Una serie di trattative al cardiopalma che ha convinto, pur lasciando qualche riserva, i sindacati Flc Cgil (Federazione Lavoratori della Conoscenza), Cisl e Uil, mentre non ha incontrato il consenso di Gilda e Snals (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola). Gli interessati sono oltre un milione di dipendenti, fra docenti, ricercatori, tecnici, amministrativi e personale ATA.
Sul piatto, in primis, un aumento salariale che andrà da un minimo di 80,40 euro a un massimo di 110,70 euro, lasciando inalterato il bonus fiscale di 80 euro per le fasce retributive più basse. Poi la spinosa questione del bonus per merito. Tenacemente criticato in passato, da ora verrà in parte gradualmente assegnato agli insegnanti attraverso gli aumenti di stipendio e in parte distribuito dai dirigenti scolastici in base alle nuove regole. Grande rilevanza ha assunto la necessità di garantire nelle scuole una certa continuità didattica, permettendo ai docenti di restare nell’istituto assegnato per almeno tre anni. Inoltre, sono state inasprite le misure disciplinari nei confronti di quei docenti che utilizzeranno i canali di comunicazione informatica e i social per relazionarsi con i propri studenti in modo non conforme con l’obiettivo formativo.
La vera novità del contratto è stato, però, il “diritto alla disconnessione” per gli insegnanti. Questi ultimi, infatti, non saranno più reperibili ventiquattr’ore su ventiquattro per messaggi, mail e telefonate da parte della scuola o dei genitori, ma verranno tutelati con fasce orarie protette in cui poter essere contattati. Restano inalterati i 500 euro per l’acquisto di computer, tablet e corsi di formazione, e le riunioni pomeridiane sono state portate a 80 ore complessive. Infine, per quanto riguarda l’università, il personale occupato nelle Aziende ospedaliere e i Collaboratori ed esperti linguistici saranno soggetti a misure innovative.
«Il contratto segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale» è stato il commento dei sindacati coinvolti. Soddisfatta il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che su Twitter apostrofa il nuovo contratto come «giusto e doveroso». «Valorizzare chi lavora nei settori della conoscenza è un investimento sul futuro» ha affermato, invece, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.
Francesca Santi
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