Il 22 Dicembre 2016 è uscito in tutte le sale italiane Oceania, il cinquantaseiesimo classico Disney e il secondo film, del 2016, prodotto dai Walt Disney Animation Studios (il primo è Zootropolis). Oceania – in originale Moana, nome cui noi italiani siamo legati per altre ragioni, e che per questo è stato cambiato – è la figlia del capo villaggio di un isolotto nel mezzo del Pacifico e, nonostante il suo popolo non vada per mare limitandosi a pescare nelle vicinanze dell’isola, fin da bambina ha subìto il fascino dell’oceano, che vorrebbe, infatti, esplorare. L’occasione giusta arriva quando la terra inizia a dare frutti marci e il pesce a scarseggiare, così la ragazza si mette in viaggio per scoprire cosa si nasconde dietro alla scarsità di cibo. La risposta sembra essere in un’antica leggenda e, Oceania, seguendo le ultime parole della nonna, s’imbarca per un’avventura che la porterà a trovare se stessa. La Disney, con la produzione di questa pellicola, avanza ulteriormente nel percorso di trasformazione delle protagoniste dei suoi ultimi lavori, in cui le protagoniste non sono più principesse addormentate o vittime di malvagi incantesimi, ma ragazze coraggiose e intraprendenti alla ricerca della propria indipendenza e affermazione. Se si pensa, infatti, ai primi cartoni animati Disney come Biancaneve o Cenerentola si ricorderà che era tutto costruito intorno alla figura del Principe Azzurro che come per magia, alla fine del racconto, compariva per portare in salvo la bella principessa e vivere insieme felici e contenti. Inoltre, come è stato rilevato dall’analisi condotta da due linguiste Carmen Fought e Karen Eisenhauer, le prime pellicole soffrono di un maschilismo invadente che porta a canalizzare l’attenzione principalmente sulla bellezza delle protagoniste che, per di più, risultano mute rispetto ai personaggi maschili. Da qualche tempo, però, l’azienda produttrice di cartoni più famosa del mondo, ha deciso di cambiare strada e strategia per dar voce, sul grande schermo, ai sogni e alle ambizioni delle sue protagoniste trasformandole in vere e proprie eroine, da cui le bambine possano trarre ispirazione.
L’eroina, per così dire d’eccellenza, è Mulan che, nel 1998 seguendo il timido esempio di Pocahontas, si propone come un personaggio che non agisce solo per se stessa e per la sua felicità, ma per il bene comune del suo popolo e per demolire un radicato stereotipo, ovvero dimostrare alla Cina che anche una donna può compiere grandi imprese. Oceania è appunto l’ultimo personaggio che si unisce a un cast di “principesse moderne” ormai ben equipaggiato che vede in prima linea la protagonista di The Brave (2012), Merida, una ragazza dai lunghi capelli rossi, ribelle e sognatrice che per la prima volta nella storia di Disney diventerà un’erede single al trono. Insomma, la Disney sembra proprio voler affermare a gran voce che, per un lieto fine che si rispetti, non è necessario l’intervento di un biondo e sfavillante Principe Azzurro ma che, anche le donne, sono in grado di compiere azioni eroiche o semplicemente essere felici e orgogliose di sé stesse.
Con Tiana, la protagonista di La principessa e il ranocchio (2009), si arriva forse all’apice dell’idea di “donna moderna e indipendente”. La ragazza in questione, che nel corso del cartone diventerà una principessa, è infatti una gran lavoratrice e sa benissimo che il suo destino è nelle sue mani ed è ben decisa a costruirselo da sola al grido di «farò a modo mio, chi decide sono io!» ; tuttavia Tiana non è felice, si sente incompleta e ,alla fine del film, scoprirà che ciò le manca è l’amore e che senza questo piccolo particolare la sua felicità non potrà mai essere coronata. Pensata per essere un po’ la sintesi di tutte le principesse che l’hanno preceduta, Rapunzel (2010) incarna la libertà, l’emancipazione, la crescita. Il suo unico sogno è infatti quello di essere finalmente libera e uscire dalla torre in cui è da sempre rinchiusa. Rapunzel vuole abbattere i soliti schemi e percorsi di vita prefissati per vivere la vita pienamente e a modo suo. Anche lei, però, esattamente come Tiana, capirà l’importanza dell’amore per vivere una vita felice. Così, con le protagoniste di questi due film d’azione, Tiana e Rapunzel, la Disney è riuscita a trovare il connubio perfetto tra l’essere indipendenti e sognatrici senza però dimenticarsi mai che l’amore è uno dei sentimenti più forti che si possa provare. La figura del Principe Azzurro sembra, dunque, essere stata sostituita con il concetto più astratto del sentimento dell’amore, che è sì essenziale, ma dal quale non può dipendere il lieto fine della vita di tutti noi. Si può dire quindi che ogni principessa, nel suo piccolo, rappresenti un tentativo di emancipazione che parte da desideri, esperienze e paure diverse ma, allo stesso tempo, esse sono accomunate dal fatto di essere tutte single, indipendenti e combattive con un unico obiettivo: realizzare i propri sogni.
Alessia Mingori
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