La lega NBA è unica soprattutto per un motivo: non esiste nessun campionato al mondo che riunisce tutti i giocatori più forti di un singolo sport. Se si stilasse una classifica, la maggioranza degli appassionati riserverebbe il podio a tre giocatori unici che, rompono gli equilibri come pochi. Senza dubbio LeBron James, Kevin Durant e Kawhi Leonard. Se ci siamo goduti i primi due durante le finals NBA di Giugno ed in questo inizio di stagione, lo stesso non si può dire per il terzo.
Kawhi Leonard non scende in campo da Gara-1 delle Western Conference Finals, contro Golden State. In quel caso, un contatto sospetto con Zaza Pachulia aveva interrotto i suoi sogni e di conseguenza quelli dei San Antonio Spurs, privi della loro stella. Ora da quel 14 Maggio, sono passati quasi 7 mesi e il ritorno di Leonard sembra essere imminente. San Antonio senza di lui non sta facendo per nulla male; si ritrova terza ad Ovest con un record di 19-8 con un LaMarcus Aldridge ritrovato, un Manu Ginobili sempreverde nonostante la carta d’identità reciti 40 anni ed un Rudy Gay, preso in estate, fondamentale dalla panchina. The Klaw ha chiuso la scorsa stagione a 25.5 punti di media ed era il principale indiziato per la vittoria del premio MVP, dopo essere arrivato secondo nella stagione 2015-2016 e terzo in quella passata.
Una crescita esponenziale, arrivata di anno in anno. Approdato in NBA come specialista difensivo, si è trasformato in una macchina offensiva quasi perfetta con rarissimi punti deboli. A 26 anni può vantare 2 premi come difensore dell’anno, un MVP delle finals ed un titolo NBA. Roba da capogiro se si pensa che ha ancora circa dieci anni di carriera davanti.
Il rientro è previsto per il prossimo match dei San Antonio, il derby contro i Dallas Mavericks che ormai hanno abbandonato i fasti di un tempo e stanno attraversando un periodo di transizione che coincide con il tramonto del leggendario Dirk Nowitzki.
Dario Consoli
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Nato a metà degli anni ’90, deve la sua cultura sportiva al Televideo, usato come passatempo quando ancora Internet non andava di moda. Cresciuto giocando a calcio, amante del basket, pratica attualmente a livello agonistico… la pallamano. «Kobe Bryant non passava tantissimo la palla in campo, ma mi ha passato la passione per la palla a spicchi ed adesso non riesco più a fare a meno dell’NBA».