Corsi e ricorsi storici, nel segno di un binomio sempre più vincente. Hamilton c’entra il quinto mondiale della sua meravigliosa carriera, così come la Mercedes, che fa cinquina grazie anche al titolo di Rosberg conquistato nel 2016. La stella a tre punte continua un dominio incontrastato, permettendo ad Hamilton di entrare nella storia. Sono cinque, dicevamo: come la leggenda Juan Manuel Fangio e a 2 distanze dal più grande di tutti, Michael Schumacher. Sono cinque, e mai come quest’anno è un risultato più che meritato
Perchè il mondiale del 2018 lo porta a casa il pilota più forte. Lo è stato nei momenti facili e nei momenti più bui: mai come quest’anno, infatti, è stata messa in discussione la forza delle frecce d’argento. Ma tant’è: Vettel e la Ferrari si interrogano ancora sui tanti errori commessi, mentre Hamilton e Mercedes gongolano ancora una volta. Ha vinto il più forte ma non solo. Perchè l’Hamilton di quest’anno si è lasciato dietro errori, disattenzioni e nervosismo, per lasciare spazio ai freddi calcoli degni del campione quale è. Un Hamilton che dopo la grande delusione del 2016 ha saputo imparare, mettendo in pratica un nuovo se stesso nei due mondiali successivi.
Hamilton vince di nuovo il mondiale in Messico, proprio come un anno fa, quando venne incoronato per la quarta volta. Nessuno, fino a qualche mese fa si sarebbe aspettato una fine anticipata di questo campionato. Perchè sembrava questo, finalmente, l’anno del binomio Vettel–Ferrari. Perchè fino al gp di Hockenheim, come vi abbiamo sempre detto, il mondiale sembrava pendere più sul cavallino che sulla stella a tre punte. 4 vittorie e 6 podi fin lì, poi quell’illusorio lampo a SPA e infine il vuoto. Perchè senza prendersi in giro, è riassumibile solo con questa parola la Ferrari post Belgio: il vuoto. Vuoto come la distanza creata dalle Mercedes ai danni dei rivali. Vuoto, o meglio vuota come la pessima gestione degli uomini. Uno su tutti: Kimi Raikkonen.
Bottas ha avuto un ruolo cardine sul sigillo di quest’anno e se Hamilton ha potuto festeggiare oggi (e non in Brasile o, ancora peggio, ad Abu Dhabi) è stato anche e soprattutto grazie a lui: gara dopo gara il finlandese è stato il gregario dei sogni, bloccando quando doveva bloccare, lasciando passare quando era necessario mettere da parte l’orgoglio. La Ferrari, invece, ha deciso di abbandonare Vettel a sè stesso. A Monza, quando Hamilton ha tirato la staccata vincente, poteva andare diversamente. Proprio nel gran premio di casa è stato comunicato allo stesso Raikkonen che non avrebbe corso lui al fianco di Vettel durante la prossima stagione.
Come già detto qualche settimana fa proprio da quel gran premio doveva ripartire la rimonta. E invece un ambiente poco sereno ha letteralmente distrutto quanto di buono fatto fino al gran premio precedente. Si poteva gestire meglio la partenza, si poteva dare maggior supporto ad un Vettel che, si deve dire, ha lasciato a desiderare in quanto a lucidità e sangue freddo. Tutto invece è stato il contrario di tutto: doveva essere il mondiale del cavallino, 11 anni dopo l’ultimo ed è stato il mondiale, ancora una volta, di Lewis Hamilton.
Un martello senza sosta. Un campione dall’inizio, quando Vettel e la Ferrari stavano avanti, fino alla fine, quando ha saputo sfruttare la superiorità ritrovata della sua Mercedes. 15 podi totali di cui 9 sul gradino più alto, con quel break di 4 vittorie consecutive (da Monza a Suzuka) a tagliare le gambe ad una Ferrari inerme. Probabilmente è questo, al di là dei patemi sofferti nel 2008 e nel 2014, il più bello dei 5 mondiali conquistati. Ha dimostrato di essere il più forte, di saper risollevare la testa anche nei momenti più bui, andando anche oltre la macchina.
Perchè soprattutto in questo 2018 ha fatto la differenza il pilota. Vettel poteva lottare fino alla fine, ma i troppi errori ne hanno sancito la sconfitta. Hamilton invece non ha mai sbagliato, attutendo il colpo quando le cose non andavano al meglio. Un solo ritiro e mai sotto il quarto posto. Sono numeri, sono fatti, che dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, quanto sia meritato questo successo di Hamilton. Chissà, nel 2013, se entrambi si aspettassero un futuro del genere. Quando Vettel conquistava il suo quarto e ultimo mondiale con la Red Bull, Hamilton era appena approdato con la casa tedesca a quota 1. Da lì ad oggi Hamiton ha spazzato tutto e tutti. Ed è un dominio che va anche oltre l’auto: chi vince ha sempre la vettura più forte e nonostante questo solo il campione riesce a sfruttare al 100% il potenziale di un auto. E Lewis Hamilton ci è riuscito. Ancora una volta. E nel frattempo Vettel attende, sperando che il quinto anno in rosso, come fu per Schumacher, sia l’anno buono.
Francesco Mascali
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