Altro bel GP in territorio italiano. Caotico, divertente, ma sempre dal finale “scontato”: la Mercedes mette a segno un’altra doppietta, condita dal mondiale costruttori, il settimo consecutivo. Per la stella a 3 punte è anche la vittoria numero 100 e il podio numero 200. Il giro in cui gli equilibri cambiano totalmente è il 33: Bottas era davanti, ma Hamilton sfrutta la cortissima virtual safety car per entrare nei box e uscire davanti al compagno di squadra di ben 4 secondi. Quando il distacco era ormai di 26 secondi la sfortunata foratura di Verstappen al giro 51 costringe la Safety Car ad uscire, mescolando le carte. Insieme ai piloti Mercedes, con un Hamilton al quanto emozionato, sale a podio Ricciardo (seconda volta quest’anno), davanti a degli ottimi Kvyat, Leclerc e Perez, autori di una grandissima gara. Applausi per Raikkonen e Giovinazzi, entrambi a punti dopo una gara spettacolare con la Alfa Romeo Sauber C39. Da dimenticare, ancora una volta, la prestazione di Vettel, ultimo tra i motorizzati Ferrari e ben 8 posizioni dietro il compagno di squadra.
Tra i due piloti Mercedes quello che parte male è il 44. Bottas ha un ottimo spunto, mentre Hamilton si fa sorpassare da Verstappen, con qualche dubbio sulla partenza proprio del pilota Red Bull. Ricciardo conquista la quarta posizione, poi Gasly e Leclerc in quinta e in sesta. Dietro succede un po’ di tutto: Stroll rompe l’ala e cambia subito la strategia, montando la mescola bianca; Vettel è invischiato nel caos delle retrovie e tocca Magnussen che si gira in testacoda. Tutto archiviato come semplice “contatto di gara“.
Al giro 9 il primo colpo di scena: Gasly, MVP delle qualifiche con il quarto tempo assoluto, viene costretto a dare forfait. Lo stesso box dell’AlphaTauri esorta il francese a rientrare: grande rammarico, specie se il ritiro è dovuto a un problema tecnico (si pensa la pompa dell’acqua). Il primo dei top 3 a rientrare è Max Verstappen al giro 19. Il giro dopo è il turno di Bottas: entrambi montano le dure. Chi invece resta in pista è Lewis Hamilton, che con la mescola gialla compie dei giri da qualifica. Lo stesso fanno nelle retrovie, con Perez, Vettel e Raikkonen che guadagnano un’infinità sui diretti rivali per questa gara.
Al giro 33 cambiano totalmente gli equilibri. Ocon posteggia l’auto e si ritira, i commissari propendono per la Virtual Safety Car che dura poco grazie anche al lavoro degli steward di pista. Tanto basta per Hamilton, che rientra, sfrutta i tempi congelati ed esce davanti al compagno di squadra con ben 4 secondi di vantaggio. Una fortuna costruita per il 44, anche se la sensazione è che, sebbene di poco, il campione del mondo in carica sarebbe comunque uscito davanti a Bottas (sebbene di poco). Vettel, Raikkonen, Latifi e Perez continuano a girare, lasciando il vuoto dietro. Coglie il momento giusto il messicano, che va ai box e rientra nella stessa posizione di prima, davanti a un ottimo Ricciardo.
Chi invece non coglie minimamente l’attimo è il box Ferrari, che richiama un Vettel in grande spolvero fino a quel momento, facendogli perdere un’infinità. L’anteriore destra non viene fissata bene, il solo pit-stop dura 18 secondi e il tedesco perde la zona punti. Da lì in poi è una parabola discendente. Davanti chi spinge oltre il limite è Verstappen, che si fa vedere a più riprese negli specchietti di Bottas. Il finlandese è sotto pressione anche a causa di una vettura non ottimale (un detrito avrebbe rovinato la monoposto del 77) e viene indotto all’errore: il 33 quindi guadagna un’insperata seconda posizione a coronamento di una gran gara. Purtroppo a 10 giri dalla fine la posteriore destra esplode (presumibilmente a causa di un pezzo di ala di Stroll) e l’olandese è costretto a ritirarsi. Safety car dentro e carte che si mischiano ancora.
Incomprensibile il pit-stop di Perez, che da terzo scala dietro Albon. Particolarmente avvantaggiati Kvyat e Ricciardo, rispettivamente in quarta e terza posizione. Prima di ripartire Russell diventa protagonista della meme dell’anno, con un incidente da Paperissima. Alla ripartenza Bottas non ne ha e permette ad Hamilton di andare a conquistare la vittoria numero 93. Sul gradino più basso del podio Ricciardo e non poco distante Kvyat, autore finalmente di una gara maiuscola. Bene Leclerc, benissimo Perez (che aveva superato Albon in ripartenza) nonostante il podio mancato, ma qui la responsabilità è tutta del muretto Racing Point. Le McLaren finiscono 7° e 8°, mentre le Alfa Romeo strappano applausi con entrambi i piloti a punti. Raikkonen è nono, mentre Giovinazzi è decimo.
Alla bandiera a scacchi è chiaramente un tripudio Mercedes. Come detto in apertura sono 100 vittorie, 200 podi e ben 7 mondiali costruttori consecutivi. Un record assoluto per la squadra anglo-tedesca, assoluta dominatrice dell’era turbo ibrida.
Francesco Mascali
Fonte foto: Pagina Facebook Mercedes
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»