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Everton: un crollo imprevedibile
24 Novembre 2017
CalcioVoci di Sport

Everton: un crollo imprevedibile

Home » Voci di Sport » Calcio » Everton: un crollo imprevedibile

La scorsa estate è stata piuttosto significativa per l’Everton, che ha detto addio dopo quattro anni al suo bomber principe Romelu Lukaku, passato al Manchester United di José Mourinho per l’astronomica cifra di circa 75 milioni di sterline più 15 di bonus legati al raggiungimento di determinati obiettivi, ma al contempo ha riabbracciato Wayne Rooney, che ha compiuto il percorso inverso rispetto al centravanti belga ed è tornato a Goodison Park dopo tredici anni.

I Toffees, inoltre, hanno trattenuto al fotofinish Ross Barkley (il suo passaggio al Chelsea di Antonio Conte è sfumato proprio quando la sessione di calciomercato stava per concludersi) ed hanno rinforzato tutti e quattro i reparti, ingaggiando Jordan Pickford dal Sunderland per la porta, Michael Keane dal Burnley per la difesa e aggiungendo classe e qualità al centrocampo e all’attacco con gli innesti di Davy Klaassen dall’Ajax, Gyfli Sigurdsson dallo Swansea e Sandro Ramírez dal Málaga. Insomma, i presupposti per far bene sembravano esserci tutti, tant’è che l’Everton veniva considerata da molti come una delle possibili rivelazioni del campionato inglese e in grado di far bene anche in Europa League. Le cose, però, non stanno andando secondo le aspettative e la stagione del club del Merseyside appare già piuttosto compromessa.

Dopo un’avvio stagionale più che incoraggiante, con l’Everton capace di superare i preliminari di Europa League, battendo gli slovacchi del Ružomberok (1-0 sia all’andata tra le mura amiche che al ritorno in terra slovacca) e i croati dell’Hajduk Spalato (2-0 all’andata a Goodison Park e 1-1 al ritorno in trasferta) e di fermare il Manchester City sull’1-1 all’Etihad, dopo aver a lungo accarezzato la possibilità di portare a casa i tre punti, però, tra la fine di agosto e quella di settembre gli uomini di Ronald Koeman subiscono un notevole calo di rendimento, raccogliendo tre sconfitte consecutive in Premier League contro Chelsea (2-0 a Stamford Bridge), Tottenham (3-0 a Goodison Park) e Manchester United (4-0 ad Old Trafford) e cadendo per 3-0 sotto i colpi dell’Atalanta in quel di Bergamo nella gara inaugurale della fase a gironi di Europa League.

La situazione precipita e in casa Toffees scatta l’allarme, con la risicata vittoria interna per 2-1 col Bournemouth che non basta a scacciare via i fantasmi della crisi da Goodison Park. Non va meglio, infatti, nelle successive gare tra campionato ed Europa: l’Everton cade rovinosamente per 1-0 tra le mura amiche col Burnley e non va oltre l’1-1 in casa del neopromosso Brighton, quindi incassa una pesantissima batosta interna al cospetto dell’Arsenal (5-2 per i Gunners). All’indomani di quest’ultima sconfitta, con la squadra relegata nelle zone calde della classifica in campionato e a un passo dall’eliminazione al primo turno in Europa League (un solo punto in tre partite), Koeman viene esonerato in favore del classe ’73 David Unsworth, fino a quel momento vice della squadra Under-21 e chiamato ad interim per risollevare le sorti del club di Liverpool.

Il suo debutto coincide con una sconfitta in Capital One Cup per 2-1 a Stamford Bridge col Chelsea di Conte, gara che determina l’eliminazione dell’Everton dal torneo al quarto turno, quindi arrivano le sconfitte per 2-0 in casa del Leicester in Premier League e per 3-0 al Parc Olympique Lyonnais col Lione in Europa League, che pregiudicano maggiormente la situazione dei Toffees sui due fronti. Dopo dieci giornate di campionato, il bottino dell’Everton è a dir poco disastroso, con le statistiche che parlano piuttosto chiaramente: due vittorie, due pareggi e sei sconfitte, con nove reti messe a segno e ben venti subite, per un totale di otto punti su trenta disponibili. Le cose vanno ancor peggio in Europa League, in cui i Blues raccolgono la miseria di un punto in quattro partite (un pareggio e tre sconfitte), con tre reti realizzate e addirittura dieci incassate.

In occasione dell’undicesima giornata, l’Everton ospita a Goodison Park il Watford. Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato che si conclude a reti bianche, nella ripresa i Toffees sprofondano in poco più di un quarto d’ora. Prima il giovane attaccante brasiliano Richarlison apre le marcature, poi il difensore belga Christian Kabasele raddoppia e sembra porre fine all’obiettivo dei padroni di casa di interrompere la propria striscia negativa. Con meno di trenta minuti da giocare e un doppio svantaggio da rimontare, l’impresa appare a dir poco impossibile per l’Everton, ma i giocatori ci tengono a ottenere una vittoria fondamentale davanti al proprio pubblico e reagiscono con grande carattere e determinazione. L’esterno offensivo senegalese Oumar Niasse riapre immediatamente la contesa, ridando speranze concrete ai suoi, quindi poco più tardi il classe ’97 Dominic Calvert-Lewin rimette a posto le cose e fa esplodere la gioia del pubblico di casa.

I Toffees continuano ad insistere, spinti dal supporto dei propri tifosi e da una voglia tremenda di invertire la rotta: i loro sforzi vengono premiati in pieno recupero, con un calcio di rigore che Leighton Baines trasforma, completando la rimonta e permettendo ai suoi di tornare a vincere dopo ben sei partite consecutive tra campionato e coppe. Goodison Park è una vera e propria bolgia, i giocatori festeggiano in maniera incontenibile, l’adrenalina è alle stelle: non si tratta, infatti, di una semplice vittoria da cui ripartire, ma di una vera e propria prova di grande spirito di squadra, compattezza e grinta, l’ennesima dimostrazione che nel calcio remando tutti dalla stessa parte si possano superare anche i momenti più negativi e apparentemente destinati soltanto a peggiorare.

Nel successivo turno di campionato, l’Everton raccoglie il secondo risultato utile consecutivo, rispondendo per ben due volte al Crystal Palace e costringendo le Eagles al pareggio per 2-2 a Selhurst Park. I punti di vantaggio sulla zona retrocessione, però, sono ancora pochi, appena tre: i Toffees, infatti, sono a quota dodici al quintultimo posto, sopra soltanto a West Bromwich (quartultimo con dieci punti), West Ham (terzultimo a quota nove), Swansea (penultimo con otto punti) e Crystal Palace (ultimo con appena cinque punti). Insomma, non bastano certo una vittoria in rimonta e un pareggio in casa della squadra ultima in classifica per superare la crisi, ma ci vorrà maggiore costanza e soprattutto una buona continuità di risultati positivi, al fine di allontanare sempre più la zona retrocessione e scalare posizioni su posizioni.

La batosta subita ieri tra le mura amiche ad opera dell’Atalanta in Europa League conferma che l’Everton abbia ancora tanto lavoro da fare per trovare stabilità e superare un periodo di confusione generale che ha compromesso e non poco le ambizioni di una squadra che sembrava destinata a ben altri palcoscenici. Il 5-1 inflitto dagli uomini di Gian Piero Gasperini a quelli di David Unsworth a domicilio rappresenta l’apoteosi per i primi, qualificatisi ai sedicesimi di finale del torneo da primi in classifica, e il fiasco dei secondi. Pur essendo ancora soltanto a metà novembre, per l’Everton è ormai chiaro, salvo miracoli, che la stagione attualmente in corso non potrà essere più di un’annata di transizione, in cui l’obiettivo da centrare è una tranquilla salvezza in campionato per fare in modo di mettere in piedi un progetto solido e concreto l’estate prossima.

Dopo tanti anni in cui i Toffees hanno dato filo da torcere alle big inglesi, il crollo arriva proprio nell’anno in cui sembravano pronti per compiere il definitivo salto di qualità. C’è ancora tanto tempo a disposizione per cambiare marcia e vivere il resto della stagione in maniera più tranquilla, ma è opportuno farlo da subito per evitare spiacevoli inconvenienti, anche perché la Premier League nasconde numerose insidie e anche una minima distrazione può risultare fatale. Con le armi a sua disposizione, l’Everton ha tutte le carte in regola per avere la meglio nella corsa salvezza: a mancare, però, sembrano essere piuttosto la serenità nell’ambiente e la capacità di avere la giusta continuità e di approcciare ad ogni gara al massimo delle proprie potenzialità, due aspetti necessari per procedere a vele spiegate in un mare tutt’altro che calmo.

Dennis Izzo

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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.

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