Mai come nel caso dell’ultima giornata di Serie A, la settima, possiamo correttamente parlare di un turno spaccato in due: da un lato il sabato con due anticipi caratterizzati da scarti ampi (e nel caso di Pistoia addirittura scioccanti), dall’altro una domenica contraddistinta da gare combattute, gap contenuti e score nel complesso alti.
Per ripassare quanto accaduto nel weekend di Serie A di basket si può portare da un numero, il settantaquattro, che ha aperto e chiuso un turno segnato da pochi cambiamenti in testa (hanno vinto tutte le prime cinque) e invece una decisa riapertura dei conti in coda dove ora in due punti sono raggruppati ben cinque team.
Settantaquattro sono i punti che a Milano (reduce dalla pesante sconfitta casalinga in Eurolega contro Kaunas) è bastato mettere a referto per avere la meglio su Trento in uno dei due anticipi serali del sabato e ottenere un successo che permette alla banda di Pianigiani di ritrovare subito fiducia e, soprattutto, il filo con la vittoria.
Alla Dolomiti Energia, autentica bestia nera dell’Olimpia nelle ultime stagioni (basti ricordare la semifinale scudetto dell’anno scorso e i quarti di Eurocup di due stagioni fa), non sono bastati due quarti condotti con coraggio e faccia tosta per resistere al talento e al maggior numero di soluzioni nell’arsenale offensivo milanese guidato ancora una volta dal duo Goudelock-Theodore (34 i punti realizzati dalla coppia sui 74 totali), soprattutto se il proprio di attacco scende di colpi e precisione nella ripresa (36% da due e solo il 10% da tre nei secondi venti minuti).
La compagine milanese ha mantenuto così inalterato il proprio distacco dalla vetta del campionato, dove a comandare in solitaria e sempre meno a sorpresa c’è ancora la Germani Brescia di coach Diana, capace di ottenere domenica nel posticipo serale la settima perla consecutiva della sua stagione.
Lo scalpo questa volta è stata la Virtus Bologna che al Paladozza è andata davvero vicina dall’interrompere la serie vincente dei lombardi, portati però in paradiso dalla magia in fade away di Luca Vitali (diventato intanto miglior assist-man in attività del campionato italiano) che ha mosso il punteggio proprio dal 74-74 e sancito il successo dei suoi.
Bologna ha avuto molto dagli esterni e dal meno pronosticato dei fratelli Gentile, Stefano (10 punti e 9 assist), ma ancora una volta è stata poco fredda nel finale rimediando la terza sconfitta su altrettante gare in campionato risoltesi con uno scarto inferiore ai quattro punti.
Vista la situazione, pur con una classifica che le permette di rimanere a pieno titolo nel novero delle inseguitrici della stessa Brescia e più in generale delle outsider di lusso, qualcuno nel capoluogo già inizia a definire la panchina di Ramagli come traballante, un aggettivo che forse meglio si accosta alla situazione in quel di Cantù, dove in casa Red October voglia di giocare e talento sono inversamente proporzionale alle certezze che si hanno attorno al quadro economico-societario.
Chiarito che per finire la stagione i brianzoli avranno bisogno di soldi (due milioni di euro, non pochi), sul campo i giocatori è evidente come diano l’anima e si lascino trascinare dall’estro dei propri americani e dall’energia di Burns (altra doppia doppia con 13 punti e 10 rimbalzi) rischiando di fare anche colpacci contro squadre più solide e blasonate.
Poteva essere questo il caso di Venezia, portata all’overtime da una tripla del solito Culpepper prima di suggellare il sesto successo della stagione italiana con i liberi decisivi di Dominique Johnson e il cinismo di uno dei giocatori più brillanti dell’intero torneo finora, Gediminas Orelik: il lituano, 20 punti, 8 rimbalzi e 1 stoppata al PalaDesio, è indubbiamente finora il miglior sesto uomo del campionato del quale, attualmente, è il miglior tiratore da tre per percentuale (53,3%), secondo miglior marcatore (18 punti di media) e quinto assoluto per valutazione (19,4).
Anche grazie a questo tipo di cifre, Venezia è uscita indenne dall’insidiosa trasferta lombarda, portando a casa il terzo successo stagionale con lo scarto di un solo punto e, in generale, uno dei quattro match di giornata conclusisi con un gap uguale o inferiore ai 5 punti. In questo senso, detto di quelli di Venezia e Brescia, gli altri due incontri sono stati quelli di Avellino e Pesaro.
A togliere le castagne dal fuoco per la Scandone, impegnata contro una Varese che probabilmente ha raccolto meno rispetto a quanto di buono ha fatto vedere fino ad oggi, ci ha pensato Jason Rich (quinto fra i top scorer con 17,4 punti di media) il quale nonostante la sua peggior serata stagionale è riuscito comunque ad incidere siglando nell’ultimo minuto la tripla del 62-61 per i padroni di casa, vantaggio poi dilatato fino al 65-61 finale coi liberi di Wells e un ottimo D’Ercole autore del proprio season high (10 punti) con 3/3 dall’arco.
Nelle Marche invece a indirizzare il match contro Brindisi per Pesaro è stato il trio Moore-Bertone-Mika in una gara dove la Vuelle, pur non sopportata dalle percentuali nel tiro pesante (25%), è stata decisamente più fredda dalla lunetta (70% contro 53%), un dato di una certa rilevanza considerato l’80-75 e il 4/4 di Dallas Moore negli ultimi istanti di partita.
I biancorossi così salgono a quota quattro punti in graduatoria in una salvezza che ora appare sempre più lunga e con sempre più squadre invischiate. In quest’ottica non possono passare inosservate la sconfitta interna di Sassari (senza Stipcevic e al quarto stop filato fra campionato e Champions League) contro una Capo d’Orlando aiutata da percentuali altissime al tiro (55% da tre e addirittura il 61% da due) a cui sono seguite le dimissioni, subito respinte, di Federico Pasquini e la roboante vittoria di Reggio Emilia contro una spinta Pistoia.
Anche la Grissin Bon perciò è riuscita finalmente a togliere lo zero dalla propria classifica ma nel 90-42 finale di sicuro sono più i demeriti di una scarica The Flexx, il cui 0/12 da tre unito allo scarto di 48 punti e ai soli 42 segnati rappresentano tutti primati negativi per la società toscana, che i meriti di una Reggio comunque determinata a sbloccarsi e talmente vogliosa di andarsi a prendere i primi due punti dell’anno da chiudere l’ultimo quarto con un parziale di 29-7 e superare abbondantemente, come altre otto squadre (la metà delle partecipanti) in questo turno, quota 75 punti segnati, uno in più di quel fatidico 74 che ha aperto e chiuso il cerchio di una giornata decisamente a due facce.
Federico Guido
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