Alla fine della seconda settimana NBA, troviamo, a sorpresa, due squadre che nessuno si aspettava di vedere così ben piazzate dopo poche partite. Gli Orlando Magic guardano tutta la costa Est dall’alto con un record di 4-1 avendo battuto anche i vice campioni Cleveland Cavaliers (114-93) ed i San Antonio Spurs (114-87). La squadra allenata da coach Frank Vogel non ha cambiato quasi nulla dalla passata stagione; la crescita di un giocatore come Aaron Gordon e l’innesto di un ottimo comprimario come Jonathon Simmons, sono i principali motivi di questo grande avvio di stagione, che combinato alla costanza offensiva di Evan Fournier ed il talento di Nikola Vucevic hanno garantito fino qui un attacco da 118 punti di media.
Nell’altra costa, troviamo i Los Angeles Clippers, unica squadra ad essere ancora imbattuta. Dopo la partenza di Chris Paul, che era stato il faro della franchigia per sei stagioni, i Clippers sono riusciti a riassestare una squadra di ottimo livello con un leader come Blake Griffin. Il prodotto di Oklahoma State University sta giocando a livelli MVP: 26.3 punti, 9.3 rimbalzi e 4.5 assist nelle prime quattro partite; in più, il game-winner contro Portland nella vittoria per 104-103. Il “nostro” Danilo Gallinari, momentaneamente non sta avendo difficoltà se non da dietro l’arco (5 su 21 per cominciare la stagione); qualità in cui dovrebbe essere lo specialista della squadra.
E le due squadre finaliste degli ultimi tre anni NBA? I Golden State Warriors hanno un record di 4-2 grazie a due vittorie consecutive molto sudate con Toronto Raptors( partita vinta gli ultimi possessi grazie a Kevin Durant e Stephen Curry) e Washington Wizards (rimonta da -18). L’impressione è che Curry e compagni non stiano rendendo nemmeno al 50% delle loro potenzialità ed è la cosa che deve far più paura agli avversari, perché hanno dimostrato che in un paio di azioni possono mettere la partita a loro favore. La squadra appare, però, molto nervosa, avendo già fatto fronte a tre espulsioni nelle prime 6 gare con protagonisti Curry, Durant e Draymond Green. I Cleveland Cavaliers, invece, dopo l’estate movimentata che ha visto Kyrie Irving andare verso Boston e l’arrivo in Ohio di Isaiah Thomas e Jae Crowder che si sono aggiunti a Derrick Rose, Dwayne Wade e Jeff Green(provenienti dalla free agency), non si aspettavano di ritrovarsi con un LeBron James costretto a giocare quasi 38 minuti a partita come la scorsa stagione. Gli infortuni di Thomas prima e Rose poi, hanno costretto The King al ruolo di point-guard nelle ultime due partite contro Bulls e Nets. Siamo ancora ad inizio stagione ma i Cavs appaiono un cantiere aperto, non un buon segno per una squadra che punta al titolo.
Per ora le due squadre che stanno deludendo di più sono sicuramente gli Oklahoma City Thunder (2-3) e i Philadelphia 76ers (1-4). Ai Sixers si può rimproverare ben poco, poiché hanno affrontato tre delle squadre più forti ad Est ed hanno fatto vedere che c’è materiale su cui poter lavorare. Joel Embiid, se sano, può essere un giocatore che sposta gli equilibri sia in attacco (dove è praticamente immarcabile) che in difesa; stesso discorso per Ben Simmons, favorito per il titolo di Rookie of the Year. La prima scelta al Draft 2016 viaggia su una media di 16.4 punti, 10 rimbalzi e 7.4 assist a partita e dimostra di avere un QI cestistico fuori dal comune per un 1996.
Discorso diverso per OKC. La dirigenza ha formato un team che ambisce al titolo con Russell Westbrook, Paul George e Carmelo Anthony. Ma le uniche due vittorie (fin qui) in stagione sono arrivate contro New York Knicks ed Indiana Pacers, squadre non certo da playoffs. Ci si aspetta molto di più da All Stars come i Big Three dei Thunder, che dovranno impegnarsi per trovare una maggiore in vista della difficile corsa alla post season che si prospetta ad Ovest.
Classifica marcatori NBA che vede il greco Giannis Antetokounmpo primo con 35 punti di media(favorito anche per il titolo MVP); dietro di lui DeMarcus Cousins (33 punti di media), adesso faro dell’attacco dei New Orleans Pelicans dopo l’infortunio di Anthony Davis. A chiudere il podio, Stephen Curry con i suoi 27.7 punti, in attesa che ritorni ai suoi livelli da dietro l’arco (33.8% da 3 su oltre 10 tentativi a partita). Per quanto riguarda i rookies, il già citato Ben Simmons, guida la classifica con i suoi 16.4 punti, a seguire il lungo finlandese Lauri Markkanen (15.8 punti) che potrà approfittare delle poche ambizioni dei Chicago Bulls per giocare senza pressioni. Terzo posto momentaneo per il playmaker De’Aaron Fox(14.8 punti), velocissimo rookie dei Sacramento Kings penultimi ad Ovest con un record di 1-4.
Dario Consoli
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