Negli USA, la famosa testata giornalistica New York Times, ha condotto un’attenta indagine sull’uso della cannabis negli ultrasessantenni come rimedio ai cosiddetti tipici disturbi della Terza Età. Ovvero: insonnia, dolori e ansia.
Secondo il famoso giornale statunitense, “Gli anziani americani usano la cannabis più che mai”. Infatti, stando ad alcuni studi medici pubblicati dal giornale stesso, sempre più anziani oltre i sessanta anni di età, scelgono la cannabis al posto dei consueti sonniferi. Nel rapporto medico si evince che: nel 2007, solo lo 0,4% degli ultrasessantenni americani usava cannabis come rimedio terapeutico, mentre nel 2016 questo numero è salito fino al 3%. Secondo National Survey on Drug Use and Health, a fine 2022, il numero di ultrasessantenni ha superato l’8%.
A sorprendere il New York Times è stato il numero di consumatori ultrasessantenni che da giovani non facevano uso di cannabis e che oggi, però, preferiscono quest’ultima alle medicine tradizionali perché considerate poco efficaci. Il giornale, inoltre, puntualizza che: “Le proprietà terapeutiche della marijuana non sono state ben studiate, soprattutto tra i consumatori più anziani”, portando i medici di base, in molti casi, a non saper consigliare (su benefici e rischi dell’erba terapeutica) i propri pazienti. Un altro problema è rappresentato dal fatto che molti anziani assumono altri farmaci durante la giornata e la cannabis potrebbe interferire con questi ultimi, portando anche a gravi effetti.
I medici statunitensi, nonostante la difficoltà a consigliare il metodo adatto ai pazienti, concordano che gli over sessanta, dovrebbero quantomeno cominciare gradualmente e con dosaggi minimi di cannabis. Perché, come anche scritto dal New York Times citando importanti fonti mediche, “L’assunzione di dosi eccessive, può causare vertigini, confusione, variazioni della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, attacchi di panico, ansia, nausea, vomito e può persino portare alcuni anziani al pronto soccorso”.
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