Pitture rupestri di 30.000 anni fa; bestiari medievali dell’VIII secolo; rappresentazioni di ogni tempo, genere e cultura. Le Sirene esistono? È il 2004 e a causa degli esperimenti sonar della Marina Militare Americana si è di fronte a uno dei più tragici spiaggiamenti di balene della Storia. Tra i corpi dei cetacei qualcosa d’insolito: un’umanoide acquatico. Lo Stato americano provvede a mettere tutto a tacere, sequestrando i resti dell’animale non identificato. L’allora assistente ricercatore NOAA (Agenzia Federale Oceanografica degli Stati Uniti), Paul Robertson, cerca di portare alla luce la scoperta, ma privato di qualsiasi prova e in disaccordo con il modus operandi statunitense presenta le dimissioni.
Nel maggio 2012 il canale americano Animal Planet manda in onda il documentario Marmaid – The body found che in italiano verrà tradotto come Sirene – Il mistero svelato. I video di alcuni testimoni si sommano alle ricostruzioni virtuali ed è subito delirio mediatico. Nel frattempo, è il 2010, un gruppo di geologi marini danesi registra per caso uno strano verso d’animale durante un sopralluogo sottomarino. Il fenomeno insolito li induce ad approfondire le ricerche: per sette mesi diffondono le registrazioni di quello che è stato poi definito BLOOP (suono sottomarino di frequenza ultrabassa) lungo il fondale oceanico, con la speranza di attirare le creature.
Il risultato è sconvolgente: è il 6 marzo 2013 e, a largo della Groenlandia, una mano palmata batte contro il vetro del sottomarino. Le riprese sono inconfutabili: due braccia, una protuberanza sulla parte superiore del cranio, mani con prolungamento di membrane tra le dita e coda di pesce; le stesse caratteristiche della creatura studiata da Robertson.
È l’ottobre del 2013 e un secondo documentario dal titolo Sirene – Le ultime verità, trasmesso in Italia da Focus TV, riporta, oltre ai video dei geologi danesi, altre scoperte: alcune stampe e dei negativi su vetro datati 1865, i quali mostrano i finanziatori del Barnum’s museum (museo di “fenomeni da baraccone” del XIX secolo) che danno le spalle a un grande cilindro di vetro contenente un essere delle medesime sembianze di quello ripreso in acque norvegesi 485 anni dopo. Abili ricostruzioni? Realtà? In attesa di nuove prove, non resta che affidarsi all’immaginazione.
Benedetta Intelisano
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