Agosto è il mese delle stelle e passare la notte a identificare le costellazioni può rivelarsi un gioco ideale per far colpo su qualcuno. Se la struggente storia della Corona Boreale, l’eterno amore di Altair e Vega o il colpo di fulmine tra Perseo e Andromeda non rispondono ai vostri gusti, oggi esploreremo i segreti che si annidano dietro l’asterismo più famoso di tutti, l’Orsa Maggiore, conosciuta anche come Grande Carro. I latini chiamavano questo complesso di sette astri principali septem triones, cioè sette buoi, da cui deriva il termine Settentrione. Molti Stati riproducono delle costellazioni nelle proprie bandiere e proprio l’Orsa Maggiore è protagonista dello stendardo dell’Alaska e di quello della provincia italiana di Fiume. Inoltre, uno studioso sostiene che molte città del Lazio siano state edificate riproducendo fedelmente le mappe stellari: la provincia di Frosinone sembrerebbe, così, essere la rappresentazione terrestre dei punti dell’Ursa Major.
Osservando tali riproduzioni semplificate, è possibile comprendere l’immagine da cercare in cielo. Non bisogna, infatti, individuare con la fantasia un grande orso, ma è sufficiente immaginarne il dorso, la coda e le zampe anteriori seguendo lo stesso disegno riportato nella bandiera e nella mappa anzidette (foto accanto e in alto).
La domanda sorge spontanea: perché si è attribuito alla costellazione un nome richiamante proprio questo animale? Ebbene, si racconta che questi in realtà è Callisto, una ninfa prestante giuramento di verginità alla dea della caccia Artemide, la quale, tuttavia, la trasforma in orso quando scopre che la ragazza cede al fascino seduttore di Zeus. Il figlio nato dalla relazione fedifraga, Arcade, cresce in salute e decide di dare la caccia alla belva, temendo che rappresenti una minaccia per le ninfe; prima che il ragazzo uccida inconsapevolmente la madre, le divinità lo fermano, incastonando i due nel cielo e dando loro il nome di Orsa Maggiore e Orsa Minore. Tuttavia la rabbia di Era, la moglie tradita del padre degli déi, scaglia una maledizione sui due, costretti, così, a girare intorno per l’eternità, senza mai una sosta, e divenuti le più famose stelle circumpolari del mondo.
Claudia Rodano
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