Raf Simons, direttore creativo di Dior, dopo quasi tre anni e mezzo di collaborazione, ha lasciato la maison francese. Quest’ultima ha confermato che il designer è arrivato a questa decisione da solo, a causa di motivi personali. Lo stilista ha aggiunto, inoltre, di volersi concentrare sul suo brand omonimo e dedicarsi ad altri interessi.
«È stato dopo una lunga e attenta riflessione che ho deciso di lasciare il mio posto di direttore creativo di Christian Dior. È una decisione basata interamente sul mio desiderio di focalizzarmi su altri interessi, incluso il mio brand, e sulle mie passioni al di fuori del mio lavoro. Christian Dior è un’azienda straordinaria ed è stato un immenso privilegio per me scrivere alcune pagine di questo magnifico libro». Così lo stilista belga Raf Simons ha dichiarato a proposito della sua scelta di abbandonare la direzione della maison Dior. La notizia, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata dopo poco più di tre anni dalla nomina di direttore creativo. Ciò è stato confermato in una dichiarazione di Sidney Toledano, CEO di Dior, rivelando che «Il signor Simons non rinnoverà il suo contratto con Christian Dior». All’interno della dichiarazione la signora Toledano ha anche ringraziato Simons «molto calorosamente» per il suo «eccezionale contributo alla casa».
Simons è approdato a Dior nell’aprile del 2012, presentando la sua innata genialità durante la sua prima couture; le sue collezioni hanno ricevuto il plauso della critica quasi universale. Egli è stato accreditato come un vero riformatore dell’etichetta, con la sua visione pulita, moderna e lineare. Presentò nuove ambasciatrici, tra cui Jennifer Lawrence e Rihanna. La collezione primavera-estate 2016, presentata nel cortile del museo del Louvre in mezzo a una cascata – o meglio – ad una collina di fiori viola meno di un mese fa, è stata la sua ultima per il brand. «Molte persone possono pensare che sia innaturale per uno come me lavorare per Dior. Ma Dior mi offre molto, mi da molta responsabilità ma anche molta ispirazione per le mie creazioni. Ci sarà un grande team a sostenermi durante questo viaggio emozionante». Sosteneva questo Simons, una volta prese in mano le redini dell’azienda. Ha poi aggiunto: «Dior celebra la femminilità, l’eleganza e la natura. Sarà uno sviluppo interessante per me e avrò un pubblico molto più ampio a cui raccontare la mia storia».
Ci si domanda adesso quale sarà il destino della maison. Questo evento potrebbe anche determinare un nuovo decisivo cambio di poltrone ai vertici della moda internazionale. Sono comunque già aperte le scommesse: Riccardo Tisci, J W Anderson, Alber Elbaz, Marc Jacobs e il duo di Proenza Schouler pare siano i nomi più quotati. Si ipotizza su Tisci perché ai suoi tempi Bernard Arnault, capo del gruppo LVMH che detiene Dior, aveva “pizzicato” John Galliano proprio alla maison Givenchy; ma anche su Jonathan Anderson i rumors scommettono, perché fu colui che ha ridato luminosità al marchio Loewe (sempre del gruppo LVMH). Tuttavia, è possibile – come hanno fatto con Simons – che la società ricerchi un nominativo insolito, meno quotato rispetto agli altri, per rendere la collaborazione ancora più varia ed interessante. Alessandro Michele che lavora per Gucci, ad esempio, o l’ex direttore creativo di Nina Ricci Olivier Theyskens possono essere collegati con il ruolo ormai vacante. In alternativa, Dior potrebbe scegliere di assumere un nome che è intimamente familiare con la casa. Alexandre Roux, ora a Margiela con Galliano, è uno di questi: dopo aver trascorso quasi un decennio tra Dior e l’etichetta Galliano, egli si dice sia tra i talenti a cui Dior pensa altamente. L’unica sicurezza che abbiamo è che questo dilemma ci seguirà almeno fino a Natale. Non possiamo che attendere.
Chiara Grasso
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