KATHMANDU – In diversi Paesi del mondo è tradizione dedicare un particolare giorno agli amici a quattro zampe (non sempre, quindi, è pratica comune rapire, uccidere e cucinare in brodo centinaia di cani); a Kathmandu, per esempio, l’usanza è quella di onorare gli animali con amore e rispetto. Nella capitale nepalese, infatti, si sta svolgendo in questi giorni l’annuale Tihar Festival , ovvero il Festival Delle Luci, che per cinque giorni celebrerà tutte le bestiole ritenute sacre dalla religione induista; il secondo giorno del festival, chiamato Kukur Tihar, è dedicato ai cani, che di recente sono stati protagonisti anche di un altro tipo di festival, lo Yulin Dog Meat Festival tenutosi in Cina nei giorni scorsi.
Secondo l’Induismo il cane è considerato un animale sacro perché compagno inseparabile del dio Bhairava , detto anche “Portatore di Terrore“ in un’accezione positiva: la divinità porta, infatti lo sgomento, o male che dir si voglia, degli uomini per toglierne loro il peso). Ed è proprio il sodalizio tra questo nume e il suo cane ciò che si festeggia durante il Kukur Tihar: i nepalesi dimostrano il rispetto e la riverenza nei confronti degli amici a quattro zampe servendo loro abbondanti pranzetti cucinati con ingredienti pregiati che, proprio per via della loro raffinatezza, non vengono usati spesso come cibo per cani; successivamente, per onorarne la bellezza, i cani “invitati” alla festa vengono agghindati con collane di fiori profumati e gli vengono dipinti il muso e la testa con tinture dai colori vivaci (e non nocive per gli animali). Spesso alla cerimonia prendono parte anche i poliziotti a quattro zampe dell’Accademia di Polizia di Kathmandu, che si esibiscono in dimostrazioni delle loro abilità insieme agli agenti che li hanno addestrati; dopo tali dimostrazioni agli animali vengono dati cibo e coccole come premio.
Si pensi, invece, al macabro rituale previsto dal Festival cinese di Yulin: centinaia di cani rapiti e costretti a “partecipare” all’evento come portata principale del pasto che la folla presente attende di consumare. La differenza tra i due eventi non potrebbe essere più netta: mentre i nepalesi nutrono, coccolano e onorano i loro cani per un intero giorno (e li ritengono sacri per i restanti 364 dell’anno), gli abitanti di Yulin li fanno a pezzetti e li cucinano in brodo per mangiarli con gusto. Indubbiamente, entrambi i riti non possono essere compresi dagli occidentali, in quanto dalla parte più a ovest della terra non si è soliti né cucinare né pregare i cani; ciò che è certo, però, forse per via di una cultura che ha educato l’Occidente a considerare Fido un amico, una compagnia e un vero e proprio componente della famiglia, risulta più facile non solo comprendere, ma persino accettare e trovare giusto il giorno del Kukur Tihar nepalese, lasciandosi intenerire dalla foto di un labrador col muso dipinto di giallo che scodinzola felice; esattamente con con questa facilità, le immagini dei cani fatti a pezzi che penzolano dalle bancarelle a Yulin sono riuscite ad indignare e far gridare allo scandalo non solo gli animalisti, ma tutti coloro che possiedono un animale domestico al quale sono affezionati.
Simona Raimondo
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