Da sempre l’uomo si è interrogato su come potrebbe essere il futuro in cui vivranno i suoi discendenti. Parlare di ufo, macchine volanti e scarpe tramite cui si potrà camminare sull’acqua (parole troppo piccole per un uomo del ventunesimo secolo, ma troppo grandi per uno del diciannovesimo), non sembra più un’utopia con l’avvento dell’anno 2016. Se oggi gli aerei e i sottomarini fanno ormai parte di un’ordinaria amministrazione, un tempo erano invece fantascienza: nel mondo del 1899 si poteva volare solo con l’immaginazione. Tuttavia, a cavallo tra il 1500 e il 1600, un filosofo inglese, Francis Bacon (italianizzato come Francesco Bacone), nella sua opera La Nuova Atlantide, sulla scia de l’Utopia di Thomas More e La città del Sole di Giovanni Campanella, disegna un mondo illusorio governato da scienziati: qui, questi luminari rendono Bensalem – la città utopica – un gigantesco laboratorio all’aria aperta, ove è possibile creare di tutto senza l’utilizzo della matematica. Bacone immagina così aerei, sottomarini, animali geneticamente modificati e quant’altro.
Tornando alla Francia di fine ‘800, sono diversi i disegni realizzati che raffigurano oggetti impensabili per l’epoca; nondimeno, essi sono idealizzati con materiali e componenti ottocenteschi. Tutte le foto in analisi sono tratte da un libro di Isaac Asimov chiamato “Nostalgia del futuro”; si dice che queste siano cartoline illustrate che trovò da un rigattiere mentre soggiornava a Parigi con la moglie. Le immagini furono – tra l’altro – commissionate a un grafico da una società che si occupava di innovazione. Nella galleria sottostante si vede come il pallino principale di quel disegnatore e degli abitanti della Francia, quasi novecentesca, fosse il volare. Si immaginano elicotteri, soldati in grado di volare in una sorta di Jetpack primordiale, dirigibili da guerra, taxi volanti (primi aerei di linea), pompieri e postini che svolgono i loro mestieri volando e vigili urbani che dirigono il traffico aereo.
Sotto il tema della conquista dell’aria, c’è la scoperta del mondo sottomarino. Giocare sott’acqua a polo è certamente un po’ impossibile, ma sono raffigurati dei sommergibili più che primordiali: è infatti la balena a trascinare i pendolari subacquei tra le profondità degli abissi. Viene prospettata un’idea di pesca in immersione nettamente avanzata a quella dell’epoca. Oltre a ciò, la cavalcata delle bestie marine, come rappresentazione simbolica dell’istruttore che ammaestra un animale in un parco acquatico.
Il terzo elemento ricorrente in queste foto è senza dubbio la tecnologia. Essa invade la vita domestica di ogni essere umano: dalle scope elettriche agli specchi attrezzati, passando per i telefoni concepiti come un grammofono collegato a una sorta di imbuto. L’aggeggio appena citato entrerà anche a far parte degli uffici. Dato ciò, si presume che anche il lavoro sia stato rivoluzionato: gli architetti vengono disegnati come comandanti di macchine che sostituiranno gli operai, come anche i barbieri e le bande. I contadini saranno aiutati da macchine agricole che guideranno loro stessi; sono realizzati i prospetti delle prime cuffie che aiuteranno i bambini a scuola; la cucina sarà piena di strane macchine (nella foto, si vede specificatamente una vaga somiglianza tra la Coca Cola e il liquido raffigurato). Ci sono disegni atti anche all’illustrazione delle passeggiate al parco degli anni 2000: compaiono appunto le prime forme di pattini. Infine, vi sono perfino stravaganti macchine, tra tutti, quella che trasforma le uova in pulcini.
L’ultimo settore teorizzato è quello dei mezzi di locomozione terrestri: non solo i disegni di treni ad alta velocità o autobus turistici con vista panoramica, ma anche la prima stilizzazione dello scooter era presente nella mente dei francesi del 1899. È stata anche realizzata su tavola la macchina da cui poi nascerà il carro armato, semplice automobile dotata di mitraglie e carrozzeria armata.
Insomma, la mente dell’uomo è davvero sensazionale. Chissà che nel 2100 non arriveranno quelle fantomatiche macchine del tempo che oggi ci si limita a disegnare, pensare o vedere nei film.
Francesco Raguni
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