Il fenomeno di abbandono delle piattaforme social da parte degli utenti della Millenial Generation è surreale. Risalendo ai profili ormai offline si vede che sono perlopiù ragazzi e ragazze che hanno un utilizzo e una familiarità maggiore con la comunicazione, i media e tutte le tecnologie digitali. La scorsa settimana su internet è arrivata la notizia dell’abbandono di Lena Dunham che ha deciso di lasciare twitter. La convinta femminista, giovane donna prodigio- regista e autrice della serie Girls, ha preso la decisione di lasciare la piattaforma perché ormai stanca di sentir crescere dentro di lei qualcosa di “cancerogeno” con questo non vuol dire che non “twitterà” più, ma i suoi post verranno gestiti dal suo staff. Sono sempre più le celebrities che danno l’onere di aggiornare costantemente i social al proprio entourage, ma ultimamente sembra che anche i comuni ragazzi della Generazione Z stanno eliminando i loro profili sulle piattaforme social.
In un decennio si è sviluppata la malattia virtuale dei social network che portano al punto di condividere tutto: foto di vacanze, cibo, acquisti, desideri, foto con i propri cari. Perché proprio ora si sta verificando il fenomeno dell’abbandono della rete? «È come se si volesse essere sempre altrove, presi da una frenesia che ti impedisce di vivere il presente. I social network servono per alienare le persone, non per farli comunicare» è quanto dichiarano su Reddit le persone che parlano delle loro esperienze riguardo l’abbandono dei social media. Alcune sviluppano delle vere e proprie dipendenze con i social media che alla lunga possono divenire malsane, ma per fortuna c’è anche chi ne fa un uso sporadico senza conseguenze. Sembra quasi che ci sia una relazione di amore-odio con queste piattaforme divoranti, il loro uso e consumo dipende soltanto dagli utenti stessi. Tra i fenomeni più evidenti ci sono quelli di stalking, la fear of missing out (la paura di perdersi qualcosa di importante), la gelosia e la minaccia del mondo esterno. Vi sono persone che si cancellano da facebook ammettendo di aver “stalkerizzato” la gente, ma poi ritornano sui propri passi riattivando il proprio account poco dopo, allora cos’è che crea tale dipendenza?
Facebook è un ottimo alleato per pubblicizzare la propria persona e avere visibilità, una volta cancellato non c’è più visibilità al mondo degli utenti di Zuckerberg. La scrittrice Ali Segel akaOnline Alison ha dichiarto «Dal punto di vista della carriera è utile per continuare ad avere visibilità. Ho conosciuto il mio manager perché era rimasto colpito da uno stato che avevo postato su Facebook. È un mondo meraviglioso per rimanere fuori dalla realtà, nutrire il proprio ego, auto-sabotarsi ed essere masochisti». Spulciando nel thread “Voi che avete eliminato i vostri account sui social, come è andata?” leggiamo alcune testimonianze di giovani utenti come un ragazzo che dichiara: «Sono molto più felice ora che non guardo più le pagine dei miei amici e non leggo i loro ultimi post e commenti sulla home». Emerge soprattutto il fatto che con i social si creino gelosie e invidie. Ciò che era nato come un modo più semplice per tenersi in contatto è diventato una vetrina dell’apparenza, dove la vita che si vive è sempre entusiasmante e dove si è sempre al top. Un altro utente scrive «La mia home era invasa da foto con anelli di fidanzamento, compleanni e feste in posti da sogno, viaggi in posti esotici, gare di corsa, outfit da urlo. Poi, senza nemmeno pensarci, cominci a paragonare la tua vita alla loro; inizi a pensare a cosa hai sbagliato mentre tutti gli altri stanno realizzando i propri sogni. Facebook è diventato una valle di lacrime e un luogo che promuove l’autocelebrazione e più ci ritornavo e più stavo peggio». Le piattaforme social permettono di mostrare una visione perfetta ed idilliaca studiata a regola d’arte, si trovano foto di persone sempre in vacanza, senza imperfezioni, con l’outfit all’ultima moda intenti a fare vita mondana. Da un sondaggio su twitter è emerso che in molti sono stanchi dei social media: i giovani perché li considerano scontati e non sono più la novità del momento, i meno giovani perché, non riuscendo sempre a capire le dinamiche di interazione con essi, si sono impelagati in disastri informatici e preferiscono non averne più a che fare. Se ad abbandonarli sono le persone appartenenti al mondo della celebrities si va in confusione, come quando l’it girl Lily-Rose Deep aveva eliminato le sue foto da Instagram, ma si è rivelato solo un falso allarme, poiché il suo account era stato “hackerato”. Perché, allora, le persone stanno abbandonando i social media? Secondo la Generazione Z (ovvero i nati dal ’96 al 2001, i cosiddetti nativi digitali) uno dei motivi principali è quello di avere più privacy. Dal New York Times leggiamo che i suddetti Millennial sono più consapevoli del segno del loro passaggio nel mondo digitale, d’altronde, nell’era della sovraesposizione non sono gli unici a volere più anonimato.
A proposito di questo, la designer di Cėline, Phoebe Philo, afferma che «La cosa più chic è non esistere su Google. Vorrei proprio essere quella persona!». Il senso di apprezzamento e l’esaltazione che scatenavano i social sono finiti a causa delle troppe voci pronte a smuovere qualsiasi cosa per essere ascoltate, di tutte quelle persone che pubblicano i propri avvenimenti o le proprie disgrazie in attesa di ricevere attenzioni e gratificazioni, fatti più o meno importanti nella vita di tutti i giorni. Alcuni spulciano la home dei social media senza rendersene conto, come gesto abitudinario, mettendo “mi piace” a stati strappalacrime e foto dell’ennesimo acquisto del conoscente con la più totale indifferenza. Gli utenti si stanno allontanando dalle piattaforme per schiarirsi le idee, pensare a ciò che è davvero importante, non in 140 caratteri, ma con tutta la calma possibile, per circondarsi di persone autentiche e lasciar perdere le opinioni degli altri per ascoltare, invece, cosa ne pensano le persone più competenti. Se ne ha, ormai, abbastanza di star con occhi languidi davanti a uno schermo, quando si potrebbe uscire e avere il contatto visivo e verbale che non ha eguali. La vecchia generazione lo aveva già capito, la Generazione Z ci sta arrivando.
Elisa Mercanti
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