Il web sembra impazzito: sotto l’hashtag #BurnBalenciaga si moltiplicano i video di gente che brucia o fa a pezzi costosissimi capi firmati Balenciaga. Cosa sta succedendo?
Pensate spendere migliaia di euro per delle scarpe Balenciaga e poi distruggerle. È quello che sta succedendo da diversi giorni sul web, sotto l’hashtag #BurnBalenciaga. Sono tutti andati fuori di testa?
A dare il via al “delirio” è stata una recente campagna pubblicitaria del brand spagnolo Balenciaga, che ha rapidamente fatto il giro del web. Si tratta della campagna natalizia Gift Shop, che di natalizio ha ben poco. Le foto, scattate dal fotografo Gabriele Galimberti, ritraggono dei bambini che tengono in mano orsetti di peluche. Tutto normale, se non fosse che gli orsetti sono pieni di catene, manette e collari con borchie, in pieno stile bdsm. Come se non bastasse, l’intero set è costellato di oggetti molto distanti dal mondo dei bambini: calici di vino e oggetti bondage, come collari e cinghie e nastri adesivi.
Foto tratta dalla campagna natalizia di Balenciaga “Gift Shop”.
La campagna, ora rimossa, ha immediatamente destato sospetto. Molti hanno giudicato le foto semplicemente fuori luogo, altri al limite della pedopornografia. E tra video di gente che dà fuoco ai propri acquisti Balenciaga, molti si sono dati da fare per indagare sul brand, cercando altri indizi a sostegno delle accuse di pedofilia. E li hanno trovati.
Senza andare troppo lontano, alcuni utenti hanno ripescato una recente campagna di Balenciaga, Garde-Robe 2023, lanciata per promuovere la collezione primaverile del brand. Le foto, a cura della casa di produzione North Six e di Nicholas Des Jardins, non sembrano avere nulla di strano: ritraggono alcune top model – tra cui Nicole Kidman e Bella Hadid – in ufficio pieno di scartoffie. Solo a uno sguardo più attento si rivelano alcuni scioccanti dettagli. Tra le suddette scartoffie appaiono dei documenti sospetti, tra cui una pagina del verdetto della Corte Suprema del 2008 in materia di pedo-pornografia infantile.
Scatto della campagna Balenciaga Garde Robe: documento sulla pedopornografia.
Sullo sfondo di un’altro scatto, invece, appare un libro di Micheal Borremann, artista noto per le sue opere disturbanti, che spesso hanno come protagonisti proprio i bambini.
Opere di Michael Borremann.
Le scuse di Balenciaga si sono fatte attendere, alimentando l’aria di sospetto e creando l’atmosfera ideale per la circolazione di teorie complottiste. C’è chi pensa che si sia trattato di un tentativo disperato del team pubblicitario per gettare luce su oscure dinamiche che stanno dietro al brand. Altri hanno ricollegato il caso Balenciaga al caso Epstein, e altri ancora accusano la maison di pedofilia e satanismo. Quest’ultima tesi, elaborata dal movimento Qanon, gode persino dell’appoggio della Fox News statunitense, che gli ha dedicato una trasmissione in prima serata.
In questo contesto, i principali volti associati a Balenciaga hanno immediatamente preso le distanze dal brand. Prima tra tutte Kim Kardashian che – in quanto mamma – ha dichiarato di essere preoccupata e scossa dagli scatti, chiedendo dei chiarimenti alla maison di cui è una storica ambassador.
Le spiegazioni della maison sono finalmente arrivate su Instagram, a distanza di qualche giorno dallo scoppio della bufera mediatica. Qui, l’account ufficiale @balenciaga ha rimosso tutti i precedenti post lasciandone solo uno, scritto nero su bianco. «Ci scusiamo sinceramente per qualsiasi offesa che la nostra campagna natalizia possa aver causato. Le nostre borse di peluche non avrebbero dovuto essere associate ai bambini in questa campagna. Abbiamo immediatamente rimosso la campagna da tutte le piattaforme». Successivamente anche questa dichiarazione è stata eliminata, lasciando il posto a un piano di azione per “imparare dai propri errori” e riparare i danni fatti, impegnandosi concretamente nella lotta contro l’abuso infantile.
Più tardi è arrivato anche il mea culpa dello stilista e direttore creativo Demna Gvasalia, nel centro del mirino delle accuse. «Non è stato appropriato avere bambini in foto che promuovevano oggetti che non hanno nulla a che fare con loro. Per quanto a volte mi piace provocare attraverso il mio lavoro, non avrei mai avuto intenzione di farlo con un argomento così orribile come l’abuso sui minori, che condanno. È stata una scelta artistica sbagliata».
Dopo essersi assunta le proprie responsabilità, la casa di moda spagnola ha annunciato di voler procedere per vie legali, facendo causa a Nicholas Des Jardins e alla North Six, responsabili della realizzazione della campagna Garde Robe. I suddetti sono stati accusati di aver agito alle spalle del brand, omettendo la vera natura dei documenti presenti sul set. Tuttavia, stando alle ultime dichiarazioni di Balenciaga, sembra che il brand abbia fatto dietrofront, decidendo di non proseguire con l’azione legale.
Alice Maria Reale
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.