La si può ascoltare sempre e in ogni luogo. La si ascolta in macchina, andando a lavorare, sotto la doccia, mentre si fa sport. Stiamo parlando della musica, la quale rappresenta la colonna sonora nella vita di ciascuno, può essere un conforto nei momenti difficili, aiutare a rilassarsi, può dare la carica o infondere coraggio. In definitiva, senza la stessa la vita degli uomini sarebbe senz’altro un po’ più grigia. Ma chi avrebbe mai detto che le melodie fossero anche in grado di migliorare la performance lavorativa? Sembrerebbe, infatti, che farne uso mentre si lavora contribuirebbe ad aumentare la produttività. Basta solo scegliere la canzone giusta.
Uno studio pubblicato dal neuropsichiatra Jamshed Bharucha, e ripreso dallo scrittore Jory MacKay, dimostra come alcuni tipi si suoni possano aumentare la produttività in ufficio e come altri, invece, siano in grado di stimolare la creatività. Questo accade poiché la musica possiede la capacità di sincronizzare alcune attività umane, favorendo in tal modo perfino l’armonia all’interno dei gruppi di lavoro. Interessante, in tal senso, è la ricerca condotta su un gruppo di bambini in età prescolare. Questa mostrava quanto i bimbi, se accompagnati dalla musica, riuscissero a svolgere i compiti in modo migliore e quanto fossero più predisposti alla cooperazione con i coetanei. Una probabile spiegazione è ricercabile nel fatto che la musica riesce a stimolare una parte del cervello, il quale, rilasciando la dopamina, produce una sensazione di motivazione e di piacere.
Come scegliere, dunque, la playlist adatta all’ufficio? Se la finalità è quella di memorizzare delle nozioni, secondo MacKay, sarebbe consigliabile puntare sulla musica strumentale, vale a dire quella senza parte cantata. Utile allo scopo, quindi, è la musica classica ma anche quella rock, in quanto entrambe aiuterebbero a imprimere i concetti in modo duraturo. Se il lavoro, al contrario, è di natura creativa, bisognerebbe rivolgersi a brani con un ritmo basato sui 50/80 battiti al minuto, poiché consente di aprire la mente, stimolando la fantasia.
Quando il lavoro che ci si appresta a compiere non richiede alcuna creatività ma, viceversa, è ripetitivo e noioso, qualsiasi genere musicale potrebbe contribuire a migliorare l’umore e, di conseguenza, la qualità del lavoro. Basta, tuttavia, che si tratti della propria musica preferita. Sarebbe poco raccomandabile, infine, ascoltare della musica in situazioni di forte pressione emotiva o qualora ci si trovi a fronteggiare un’emergenza in termini di tempo e consegne da rispettare. In questo caso, infatti, qualsiasi suono potrebbe rappresentare una fonte di distrazione e diminuire la produttività sul lavoro.
Debora Guglielmino
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