Tempo addietro, grandi uomini come Alan Turing e Nikola Tesla prospettarono, di già, il fatto che un giorno, la tecnologia, soprattutto per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, sarebbe stata in grado di parlare con gli esseri umani, anticiparne le mosse, o, addirittura, predirne i pensieri. E come riporta La Repubblica, una delle ultime, grandiose, scoperte è quella inerente un apparecchio in grado di indovinare le emozioni umane. Quest’ultime, si sviluppano in alcune zone del cervello, e a suscitarle, molto spesso, è proprio il sistema sensoriale.
Come ben sappiamo, determinate – per esempio – scene visualizzate in alcuni film, come quelle horror; o magari, romantiche e strappalacrime, e così via, sono in grado di suscitare emozioni che, a parole, sono facilmente comprensibili, ma con uno sguardo, specialmente se quella persona non la si conosce bene, non sempre deducibili. A tal proposito, essendo che si è appurato il fatto che le emozioni sono particolarmente collegate al sistema visivo, soprattutto se a compartecipare è il sistema sensoriale stimolato dalle immagini visualizzate, il team di scienziati del dottor Philip A. Kragel, operanti alla University of Colorado Boulder, ha messo a punto un nuovo marchingegno tecnologico capace di riconoscere le emozioni che si stanno provando, il tutto attraverso lo sguardo.
Lo staff di Kragel ha, appunto, elaborato una rete neurale artificiale sulla base di 130 mila immagini estratte da video sottoposti a più di 800 partecipanti. Successivamente, i ricercatori hanno collaudato EmoNet – questo il nome della rete neurale – in altre 24 mila immagini estratte da video i quali, però, non erano stati visti dai pazienti sottoposti all’esperimento, e hanno constatato che EmoNet, su due/terzi del campione, indovinava perfettamente il tipo di emozione suscitata, e descritta, nei partecipanti.
Tuttavia, l’unica pecca riscontrabile nel modello computazionale EmoNet è quella riguardante il fatto che alcune emozioni non sono facilmente indovinabili dal sistema, mentre altre, come il desiderio sessuale o forti ambizioni di tutt’altro genere, assolutamente prevedibili. Per emozioni come la gioia o il dolore, invece, la rete neurale si è mostrata abbastanza confusa. Da questo, si è constatato che vi è un certo tipo di emotività la quale è maggiormente collegata allo sguardo; e che, quindi, alla resa dei conti è possibile dire che l’intelligenza artificiale sarà, ben presto, in grado di comprenderci ancora meglio di un essere umano. D’altronde, quest’ultimo non sempre è dotato di comprensione.
Anastasia Gambera
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