Lorenzo Cametti è un giovane cantautore italiano. A luglio di quest’anno è uscito il suo EP d’esordio realizzato con la band i Movyda (Matteo Frattima, Filippo Tonon e Francesco Tonon). Noi di Voci di Città l’abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua storia.
Giovane e pieno di sogni, Lorenzo Cametti è un ragazzo con le idee chiare. Metà gattinarese (VC) e metà milanese, ha iniziato a suonare la chitarra all’età di 14/15 anni e, da lì in poi, a scrivere canzoni. La musica per lui è stata inizialmente un hobby, si esibiva nei locali del novarese con le prime formazioni (Just 10, i mitici Devasto), in veste di chitarrista, ma la sua passione andava via via crescendo. Lo studio del canto gli ha insegnato l’importanza di controllare la propria respirazione e di esprimere le proprie emozioni.
Ha suonato in svariate formazioni (Delta FM già Dildo FM, LoryGlory e Giano, Lorenzo Rock & The Red Light Band), esibendosi in vari locali tra il Piemonte, la Lombardia e la Liguria. Nel dicembre 2013 ha realizzato il suo primo videoclip, sulle note della sua canzone Balli balli balli musica musica musica, con la regia/dop di Matteo Stefan e nel luglio 2015 è uscito Vintage, EP d’esordio, realizzato con i Movyda (Matteo Frattima, Filippo Tonon e Francesco Tonon). Entrambe le produzioni, quanto alla realizzazione audio, sono state registrate e missate da Diego Cattaneo, presso il suo studio D. Sound di Cavaglio d’Agogna (NO). Ecco la nostra intervista fatta a questo giovane cantautore:
Ciao, Lorenzo. Hai iniziato a cantare fin da piccolo, ma cosa ti ha portato a capire che da grande avresti voluto fare il cantautore? Come sapresti definire il tuo genere musicale? Di cosa parlano le tue canzoni?
L:«Buongiorno a Voi! È stata un’acquisizione progressiva, un cammino che, passo dopo passo, mi ha reso ogni giorno più consapevole di quanto fosse indispensabile per me la musica. È la perenne sensazione che non basta mai niente, un’inquietudine interiore che produce l’ispirazione e la necessità di esprimere quanto si crea. Quanto al genere, faccio musica leggera e le mie canzoni parlano della vita, dell’ironia, della storia e delle emozioni».
Hai fatto il liceo classico e hai una passione per la letteratura, nella tue canzoni credi di essere stato influenzato da qualche autore o scrittore in particolare? Se potessi tornare indietro nel tempo in quale epoca vorresti vivere soprattutto per la musica?
L:«Più che identificarmi in un genere, autore o corrente letteraria, devo ringraziare la mia formazione umanistica per avermi insegnato le regole della scrittura. Scrivere una canzone è una cosa molto complessa, scrivere una bella canzone è anche un po’ un colpo di fortuna; conoscere le regole perlomeno ti permette di sapere come muoverti nella retorica e nella strutturazione di un testo, posto che di regole si possa parlare visto che si sta discutendo di creazioni artistiche e non del codice civile. Quanto all’epoca in cui avrei voluto vivere, gli anni 70! C’era ancora molto da inventare, in quel periodo sono nati e vissuti alcuni dei più grandi della storia della musica».
Che genere di musica ascolti quando non componi?
L:«Di tutto, non ho alcuna barriera, ascolto dal rock a Bob Sinclair, dal reggae ad Avicii, da Springsteen a Jovanotti. Ho una particolare predilezione per la musica italiana d’autore, ma non voglio fossilizzarmi su un singolo genere e perciò cerco di ascoltare un po’ di tutto ».
Un posto che ti affascina oltre l’Italia qual è’? Pensi che la tua musica possa portarti tanto lontano da poter andare a vivere in qualche posto? Dove vorresti vivere?
L:«Mi affascinano molto l’Europa orientale e Londra; spero che la musica italiana, dato che scrivo in questa lingua, riesca sempre di più ad imporsi nella dimensione internazionale, del resto ci sono già molti esempi di artisti italiani conosciuti e stimati all’estero. Dove vorrei vivere? Bella domanda! Arona, Alassio, Firenze, Roma, Milano, con un frequente ritorno alla base però: Gattinara (VC), patria del vino e di colline incantevoli: my hometown! ».
Abbiamo ascoltato il tuo EP d’esordio Vintage realizzato con i Movyda, se potessi scegliere con chi vorresti cantare prossimamente sul palco? O magari aprire un suo concerto? Hai un cantautore preferito?
L:«Fatemi sognare un attimo: mi piacerebbe aprire Jovanotti, Ligabue, Tiziano Ferro, Springsteen! O anche Fedez, pur non essendo il sottoscritto un particolare amante del rap/hip hop mi sembra una persona intelligente, pulita, con un’idea della discografia e dell’artista molto attuale. Dobbiamo essere imprenditori di noi stessi e cercare di migliorare un mercato che non è esattamente dei più floridi».
Come ti vedi fra dieci anni? Hai altri progetti nella tua vita a parte fare il cantautore?
L:«Voglio diventare una rock star e sfasciare camere d’albergo! Scherzo ovviamente, vorrei farmi la spesa con la musica, essere una persona realizzata nelle mie ambizioni artistiche; penso che il lavoro sia una cosa molto importante e se, per caso o per fortuna, coincide con ciò che più ami, la vita inizia a diventare veramente una cosa meravigliosa! Un sincero ringraziamento a Voi di Voci di Città per quest’intervista, ROCK’N’ROLL!».
Barbara Di Benedetto
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