«Who is a down? I don’t know, but I can tell who is Giovanni». Così Giacomo Mazzariol, 19enne di Castelfranco Veneto, racconta, in un libro, la sua storia, quella della sua famiglia, ma, soprattutto, quella del fratellino Giovanni, nato con la sindrome di Down.
È iniziato tutto con un video caricato su YouTube in occasione della giornata mondiale della sindrome di Down il 21 Marzo dello scorso anno, dal titolo The Simple Interview, che conta attualmente circa 141.314 visualizzazioni e che raccontava di un semplice colloquio di lavoro. Ad un anno di distanza, il 26 Aprile, pochi giorni fa, esce un libro Mio fratello rincorre i dinosauri. Nel mezzo ci sono stati anche un servizio de Le Iene, di Giulio Golia e la partecipazione al programma televisivo Tu si Que Vales. I protagonisti sono i medesimi: Giacomo e suo fratello Giovanni che ha un cromosoma in più.
«Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui i giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire “supereroe”». Ci sono voluti alcuni anni perché Giacomo capisse i reali “poteri” del fratello, per liberarsi dalla vergogna e dall’imbarazzo e cominciasse a vedere la realtà attraverso gli occhi di Giovanni. Un percorso non sempre facile, contornato da molte domande e altrettanti dubbi, ma superato grazie anche alla famiglia, agli amici e ai parenti che in Giovanni hanno sempre visto un bambino speciale. Il libro racconta aneddoti divertenti, ironici, che fanno sorridere e subito dopo riflettere e meditare sulla natura di quel bambino, capace di cambiare in meglio la vita di chi, almeno una volta, lo incontra. Giovanni che ha i suoi tempi, che fa ballare le piazze, che sa essere estenuante e logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. Lui con le sue abitudini e la sua quotidianità.
Una storia che racconta anche tanto di Giacomo, delle sue difficoltà incontrate durante l’adolescenza, del legame forte che lo unisce alla famiglia e al fratello: «Giovanni è il mio complice, lavoriamo insieme, mi ha aiutato a scrivere questo libro, mi ha messo lui davanti i ricordi e la nostra vita insieme. Io li ho raccontati. Poi vabbè, quando ero al computer mi distraeva anche… La mia è una storia felice, il conflitto adolescenziale che ho avuto è stato più per la difficoltà di accettare se stessi e ciò che ci sta attorno che tutti hanno a quell’età. Scrivere mi ha aiutato a fare luce sui miei sentimenti, anche se non pensavo di avere così tanto da dire su questo argomento». Un romanzo che ha tanto da dire e da insegnare e che sottolinea spesso che: «Inside all the people there is a unique world». Un inno alla spontaneità, all’autenticità e al non aver timore di mostrarsi per quel che si è.
Sofia Bonomo
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