Il mondo dei videogiochi è da sempre considerato un passatempo, qualcosa da concedersi nel tempo libero, quando ci si vuole sfogare dallo stress del lavoro o dello studio o un’attività per restare in contatto con amici stando comodamente seduti sul divano di casa. Da qualche anno, però, la situazione è cambiata e i videogiochi si sono sempre scostati di più dal semplice passatempo, diventando un vero e proprio sport che sta attirando sempre più persone. Sono così nati videogiocatori professionisti in grado di creare una propria stabilità economica semplicemente maneggiando un controller. Sono sempre di più i professionisti che partecipano a tornei e gare in ogni parte del mondo in cui si possono vincere ingenti somme di denaro. Così tanti da necessitare la creazione di diverse leghe di e-gaming a livello mondiale per regolamentare lo svolgimento di questi tornei, tra cui il più importante e famoso al mondo è l’Electronic Sport League.
Purtroppo, come accade anche negli sport tradizionali, la voglia di vincere e la presenza di altissimi montepremi ha fatto si che molti videogiocatori cadessero nella tentazione del doping per aumentare le proprie capacità, in modo da poter affrontare meglio le estenuanti sessioni di gioco. Lo scandalo del doping nel mondo dei videogiochi è esploso dopo che un videogiocatore della Electronic Sports League, Kory Friesen, ha pubblicamente ammesso, in un video pubblicato su YouTube, di aver fatto uso di sostanze dopanti, nello specifico l’Adderall, medicinale utilizzato per cercare di curare i deficit dell’attenzione. Uno scandalo che ha portato la ESL, che conta più di 5 milioni di iscritti, ad effettuare test antidoping prima delle gare. Al fine di garantire un controllo antidoping simile a quello degli sport tradizionali, la ESL ha deciso di collaborare con WADA (World Anti Doping Agency), autorità mondiale antidoping, per identificare le sostanze dopanti da vietare nei tornei eSports e, ovviamente, regolamentare i controlli che verranno effettuati. A fare una dichiarazione a riguardo è stata Anna Rozwandowicz della ESL: «Ci siamo immediatamente concentrati nel muoverci per correggere le regole». Adesso non ci resta che sperare che la decisione presa da ESL blocchi sul nascere il fenomeno del doping nel mondo dei videogiochi, prima di trovarsi di fronte agli ennesimi casi di doping che siamo, quasi, abituati a vedere negli sport tradizionali.
Ciro Pappalardo
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