È stata presentata giovedì 20 aprile, alle 18.30, tramite una conferenza stampa tenutasi al Piccolo Teatro di Paternò, la stagione teatrale 2017/2018 della Compagnia Teatrale Thalìa\ I Pupi di Martino Rabuazzo, in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Cenacolo e il Patrocinio del Comune di Paternò. Il nome scelto per la rassegna teatrale è Le Fabbriche dell’Opra, scelta che riflette – così come ha spiegato Antonino Viola, giovane scenografo e membro della compagnia – la volontà di sentirsi come degli “operai dell’arte” che lavorano pazientemente nell’industria della cultura, con il fine di creare un laboratorio aperto che ha come campo d’azione la città di Paternò. Alla conferenza sono intervenuti il professore Nino Tomasello, il sindaco Mauro Mangano, l’Onorevole Lombardo, l’Assessore alla cultura Valentina Campisano, la vicepresidente della compagnia Agnese Fallica e la famiglia Viola, anima della compagnia insieme al signor Rabuazzo, rappresentata da Carmelo e Antonino Viola . Tutti hanno tenuto a precisare l’importanza del tenere vivo il linguaggio utilizzato nell’Opera dei Pupi, un patrimonio siciliano unico, che non trova corrispondenze in altri medium comunicativi e che serve per dare continuità alla cultura, anche in futuro.
Primo appuntamento di apertura di questo fantastico viaggio tra recupero della tradizione e riflessioni su temi sempre attuali e centrali della condizione umana, è stato lo spettacolo Orlando e l’incanto della Fata Morgana, messo in scena al Piccolo Teatro sabato 22 e domenica 23 aprile, mentre il 25 aprile alle ore 18 sarà presentato nell’ambito del festival MigrArtes che si terrà a Reggio Calabria dal 22 al 30 aprile. La rappresentazione recupera personaggi cari al mondo dell’epica cavalleresca: Orlando, fiero paladino e nipote di Carlo Magno, la cui etica e fedeltà alla propria causa fanno da eco alle sue gesta; la Fata Morgana, leggendaria figura magica capace di intrappolare e corrompere l’animo degli uomini con l’uso della sua antica magia e infine Rinaldo, prode cavaliere e cugino di Orlando, il cui intervento è fondamentale. La storia, ambientata tra le terre di Calabria e Sicilia, divise dal mare dello Stretto, è una creazione originale di Antonino e Giuseppe Viola che rielabora i miti e le gesta della tradizione per riproporli come simboli di un concetto fondamentale per l’intera rassegna, ovvero l’inutilità di ogni violenza e l’importanza della “parola”, il cui potere è così forte da riuscire a sciogliere l’incantesimo ordito dalla Fata Morgana nel quale è caduto Orlando. Quest’ultimo infatti, sotto i malefici della donna, dimentica i suoi valori e cade preda di un odio insensato che lo spinge a compiere i più atroci soprusi, privo di qualsiasi consapevolezza di sé. Sarà Rinaldo a ricordargli, tramite il racconto della sua storia, quali sono le sue origini, riportandolo in sé.
Il valore e il senso della stagione teatrale Le fabbriche dell’Opra, la quale propone un arte antica che attraversa il tempo grazie a nuove generazioni di giovani “pupari”, è racchiuso in questa frase pronunciata da Antonino Viola a conclusione della serata:«Fin quando racconteremo le nostre storie, ci sarà ancora un principio umano». La trasmissione del sapere attraverso la parola è l’unica, potentissima arma che l’uomo possiede da sempre contro la caduta nell’oblio dell’insensatezza della violenza. Messaggio attuale più che mai e che richiama in sé la necessità di rendere l’arte “un laboratorio aperto” capace di coinvolgere attivamente la realtà circostante, di scuotere le menti e comunicare a tutti. Il calendario realizzato dalla compagnia prevede un totale di 11 incontri, i quali si susseguiranno da maggio 2017 fino a febbraio 2018 presso il Piccolo Teatro di Paternò e San Francesco alla Collina. Tutte le date e i dettagli degli spettacoli sono presenti sulla pagina Facebook Le Fabbriche dell’Opra.
Articolo Lorena Peci
Foto Rosario Di Benedetto
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