CATANIA – Il sondaggio è stato condotto da Travel Appeal, una start-up italiana che Wired ha inserito fra le dieci ritenute più interessanti. Lo scopo, descritto in inglese nel sito ufficiale della nuova impresa, consiste «nell’offrire un contributo all’esperienza e al design di tour operator, luoghi e destinazioni turistiche, nonché nel promuoverne le offerte conferendo più valore alla maniera in cui vengono descritte le aree coinvolte». Ebbene, proprio la Travel Appeal ha preso in considerazione dieci città italiane e per 18 mesi ha tenuto d’occhio i commenti lasciati dai visitatori, dopo aver visitato i suddetti Comuni e/o avere alloggiato e mangiato in strutture tipiche del luogo. L’iniziativa è arrivata a coinvolgere 82mila strutture, 3 milioni di recensioni, 8 milioni di giudizi e quasi 90mila conversazioni sui social network.
Il risultato? Dell’ultima città in classifica ha parlato Mirko Lalli, fondatore della start-up, il quale ha commentato il dato fornendo alcune indicazioni utili a inquadrare correttamente il riscontro della statistica: «Milano è in fondo alla classifica non per caso. Ci si aspetta molto da una città così votata al business e agli affari. Ad esempio pare assurdo ai viaggiatori che negli hotel venga fatto ancora pagare a parte il wifi. È come se si facesse pagare l’acqua calda a parte». In ordine decrescente, poi, si sono piazzate: Venezia, Roma, Genova, Torino, Trieste, Bologna e Firenze. Fra queste, più nello specifico, Roma è la metropoli di cui si parla di più su Facebook, mentre Trieste e Genova sono protagoniste indiscusse su Twitter.
Ad occupare rispettivamente il secondo e il primo posto nel podio sono, invece, due città tipicamente del meridione: Napoli e Catania. Sebbene strutture alberghiere e reti di trasporti pubblici con netti margini di miglioramento, infatti, pare che i due centri abitati offrano i propri servizi con una disponibilità e un’elasticità mentale più rari da trovare altrove, perfino nel modernissimo nord. «Catania e Napoli stravincono per il calore umano – spiega Lalli –. Si vede bene dai cluster analizzati che il rapporto umano fa superare criticità delle strutture che ancora esistono. Ma si è più disposti a chiudere un occhio». Ricchezza del sud sembra essere, pertanto, se non l’efficienza totale nel settore terziario, quantomeno la volontà e l’abilità di compensare le proprie mancanze con risorse tutte umane, sulla base di una propensione al turismo e alla multiculturalità che non può non far sentire a casa propria anche i turisti più esigenti, speranzosi di visitare nuovamente gli stessi luoghi trovandoli più forniti – finalmente – di strutture adeguate al potenziale artistico ivi presente.
Eva Luna Mascolino
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