È uscito venerdì scorso “Possibili Scenari”, l’ultimo album di Cesare Cremonini. Dopo il successo con il singolo “Poetica”, il cantautore bolognese riesce ancora a stupire con il suo sesto disco, il quale celebra una carriera ormai consolidata.
Possibili scenari non è soltanto la canzone che dà il nome al nuovo album di Cesare Cremonini, ma un sorta di manuale d’istruzioni. La guida per ascoltare i restanti nove brani. Perché gli scenari che si incontreranno, nota dopo nota, saranno tanti, un po’ diversi per ognuno di noi. Ed è proprio questa la magia del suo sesto album. Dimentichiamo le t-shirt improbabili e i capelli imbarazzanti, il tempo dei Lunapop è ormai passato e del vecchio cantautore bolognese rimane ben poco. Possibili scenari è il titolo di un disco il quale, più che suonare bene, pare voglia, invece, raccontarci una storia. Un racconto a episodi, brano dopo brano. Un viaggio costituito da tutte le possibili situazioni che caratterizzano la vita di una persona: l’amore, la gioia, il fallimento… ma anche il matrimonio e le vacanze. Non era facile ripetersi, e per molti superarsi, dopo La Teoria dei Colori (2014), l’album che lo ha consacrato ad artista maturo, ma dopo tre anni di pausa il cantautore bolognese è riuscito a stupire ancora. E così come nella vita reale ci sono momenti per ballare e altri per riflettere, Cremonini ha trasformato tutte queste sensazioni in musica. Con Poetica, il singolo di lancio dell’album, ha sfoggiato un’eleganza unica. Poetica, un aggettivo che diventa sostantivo e ci ricorda un po’ un suo compaesano, il quale aveva fatto la stessa cosa con Futura (Lucio Dalla). Forse il paragone adesso è ancora azzardato, ma questa nuova opera ci fa ben sperare.
È Un Uomo Nuovo Cesare, che, come racconta a La Stampa, «ha voluto alzare l’asticella», chiedendo al suo pubblico di fare lo stesso. Una musica più ragionata, in cui jingle del passato (Al tuo matrimonio) si alternano a note elettroniche e ritmate che danno al disco anche un tono internazionale. Quello di Cremonini è un pop che non risulta banale, poiché ben studiato e per niente leggero. Pop come popolare, musica fatta per il popolo; un popolo che si riconosce all’interno delle sue canzoni, che si sente raccontato nei testi e che per una volta ha voglia di ascoltare qualcosa di spensierato, ma non per questo di scarsa qualità. Il cantante non ha avuto paura di rischiare andando controcorrente: trattare uno dei temi più caldi del momento, come quello dell’integrazione, con il brano Kashimir Kashimir, che ascoltato superficialmente può sembrare il solito tormentone da radio, è un atto di pura maestria. O sfidare i canoni musicali odierni, i quali vorrebbero le canzoni tutte della stessa durata, con pezzi molto più lunghi (7 minuti per La Macchina del Tempo), si è rivelata una scommessa che sembra riuscita, perché la canzone, più che un brano, risulta essere un viaggio (sensoriale?), che vorresti non finisse mai. Per quanto riguarda, invece, la musica da radio, possiamo già dichiarare che La Isla sarà la canzone che ci accompagnerà la prossima estate, tra un gelato e un bagno al mare. Tante le novità, ma anche qualche rimando al passato. Nessuno vuole essere Robin è un pezzo che ci riporta ai tempi di Vieni a vedere perché, in cui l’autore si mette a nudo, parla di sé, di debolezze, desideri e ambizioni, delle tante volte in cui essere Batman sembri essere l’unica opzione possibile, ma che dentro, in realtà, ci si sente un po’ Robin, poiché le fragilità esistono per tutti. Anche per i progetti più ambiziosi e maturi, come quello di quest’ultimo album.
Maturo, già. Perché Cremonini ha 37 anni, anche se nessuno lo direbbe. Cantava 50 Special, il singolo di debutto, nonché successo assoluto, all’età di 19 anni, senza nemmeno accorgersi di quello che avrebbe significato per la sua carriera. È un’artista cresciuto insieme al suo pubblico, e quest’ultimo disco è un’ulteriore tassello che lo consacra tra i migliori artisti italiani, di quelli che anche all’estero possono invidiarci. Sarà per questo motivo che anche al primo ascolto si entra subito in armonia con Possibili Scenari, perché suona come il disco che ha fatto il tuo migliore amico, quello con cui esci a bere una birra e ti racconta storie incredibili, magari pompandole un po’ ma che a te piacciono proprio per quello. E forse sarà per questo motivo che l’artista bolognese riscuote così tanto successo (il tour negli stadi [rdi][/rdi]programmato per la prossima estate, ha già registrato un boom di biglietti venduti): perché ascoltarlo non è solo ammirazione verso un artista, ma anche condivisione degli stessi “possibili scenari” che la vita ci pone quotidianamente. E farlo insieme a un amico, sì sa, è sempre più bello.
Sara Forni
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