Allo stadio di Bordeaux si è interrotto lo scorso sabato il cammino dell’Italia agli Europei di Francia 2016. Al termine di una partita sofferta, finita 1-1 dopo i tempi regolamentari e conclusasi 6-5 ai calci di rigore, la Germania ha ottenuto il passaggio del turno, spezzando il sigillo di una maledizione che non aveva mai visto la squadra tedesca trionfare in un grande torneo contro quella italiana. Il match, seguito da milioni di telespettatori provenienti da ogni parte del mondo, ha regalato una serie infinita di emozioni e angosce che il calcio europeo ricorderà a lungo. Sono stati necessari, infatti, ben diciotto rigori per decretare la vincente tra le due squadre, lasciando tutta Italia col fiato sospeso per circa una ventina di minuti: il tempo necessario per i tiri dal dischetto, due dei quali sono stati sbagliati proprio dalle due punte azzurre, Pellè e Zaza.
Nonostante il grande percorso della squadra guidata da Antonio Conte, l’amarezza è forte e lacerante; infatti, alcuni dei giocatori della nazionale italiana sono stati visti in lacrime al termine della partita, gettando nello sconforto milioni di telespettatori e tifosi. «C’è un’immensa delusione perchè abbiamo dato tutto in questo Europeo. Purtroppo rimane la sconfitta, mentre ciò che abbiamo fatto di buono tra qualche tempo non lo ricorderà più nessuno. Funziona così quando si viene eliminati dai tornei. Eravamo un grande gruppo che aveva una gran voglia di stare insieme, quindi mi dispiace che sia finita così»: sono queste le parole di Andrea Barzagli, baluardo della difesa italiana, incapace di trattenere la commozione e i singhiozzi davanti ai microfoni Rai durante l’intervista post-partita. Le dichiarazioni di Barzagli non sono che l’ultima dimostrazione dell’impegno e della dedizione che hanno caratterizzato questo team, il cui merito più grande è di essere riuscito a riaccendere nel cuore di tutti gli italiani un’affezione e un sentimento di appartenenza al mondo calcistico che non si vedeva dal 2006: anno storico della vittoria del mondiale in Germania. Basti pensare all’incontenibile foga con cui Antonio Conte, definito dalla stampa estera come il miglior allenatore di questo Europeo, coordinava i movimenti dei suoi giocatori dalla panchina; oppure ai continui gesti di intesa e alle dimostrazioni di affiatamento tra Gigi Buffon e la sua difesa bianconera, costituita da Barzagli, Bonucci e Chiellini; o, infine, all’evidente feeling che si era instaurato tra giocatori di club diversi, quali Insigne, Immobile, Florenzi e Zaza.
Risulta impossibile, di conseguenza, non risconoscere a questa squadra l’impresa di aver scaturito nel cuore di milioni di persone delle emozioni indelebili, che hanno caratterizzato in maniera entusiasmante queste prime settimane estive, nonostante l’eliminazione e l’evidente gap tecnico con gli organici di alcune nazionali più blasonate. Sebbene la fortuna abbia un ruolo determinante nella lotteria dei calci di rigore, è innegabile che i nostri calciatori avrebbero potuto tirare meglio dal dischetto: in particolare, il riferimento è ai penalty di Zaza e Pellè. I due attaccanti di Juventus e Southampton sono stati resi i capri espiatori della disfatta azzurra (con la diffusione sul web di molte parodie) da alcune testate sportive e dall’opinione pubblica riversatasi sui sociali network, per via dell’inusuale rincorsa di Zaza prima di battere dagli undici metri e della mimica del gesto del “cucchiaio” ad opera di Pellè nei confronti del portiere tedesco, Manuel Neuer.
Lo stesso Graziano Pellè si scuserà il giorno successivo per la provocazione in un momento di simile tensione, mentre per Zaza il rimpianto per aver sbagliato il rigore più importante della sua vita è ancora molto forte, specie perchè quello strano balletto aveva effettivamente spiazzato Neuer e avrebbe potuto segnare una svolta nello straordinario cammino degli azzurri. In conclusione, al di là del rammarico per la fine di questo percorso, una delle scene più toccanti di quella serata a Bordeaux sono state le lacrime del capitano, Gigi Buffon, divenuto ormai idolo nazionale per lo straordinario attaccamento alla maglia azzurra. Per lui sarà probabilmente l’ultimo Europeo da calciatore, ma per chi si limita unicamente ad assistere ci saranno altre occasioni per gioire del nostro calcio, con un po’ di orgoglio e sicurezza in più.
Francesco Laneri
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