Alla Galleria Pisacane Arte di Milano, il prossimo mese, verrà allestita un’esposizione dedicata alla produzione del maestro del Surrealismo. Al vernissage si potrà ammirare l’anima del pittore non solo attraverso la pittura, ma anche tramite la realizzazione di opere multiple che mantengono lo stesso forte impatto visivo di quelle uniche.
MILANO – «Ogni mattina, al risveglio, provo un piacere supremo, il piacere di essere Salvador Dalí» E noi, posteri, abbiamo oggi il “piacere supremo” di contemplare un artista che ha individuato nel sogno lo strumento più prezioso per dar vita a quel mondo sommerso e sconosciuto che ci portiamo dentro. Influenzato dagli studi di Sigmund Freud, l’arte di Dalì è riconducibile parzialmente al Surrealismo, movimento artistico nato nel 1924 con il fine di rivalutare e dare spazio alla parte irrazionale dell’uomo, per poter esprimere liberamente il mondo dell’inconscio, della fantasia, del sogno e dell’istinto. Ma Dalì non segue solamente il movimento surrealista: non ha schemi prefissi, e questa libertà espressiva lo porta a realizzare opere molto differenti tra di loro. Ed è oggi possibile conoscere il suo animo poliedrico grazie al vernissage allestito alla Galleria Pisacane Arte, che inaugura, a partire da mercoledì 6 aprile, un percorso espositivo comprendente circa trenta opere. Tra di esse, troviamo la cartella completa delle seri-litografie Le Arti (concepita da Salvador Dalì negli ultimi anni della sua produzione), una serie di litografie, sculture e fotografie – acquisite dalla Fondazione Metropolitan – ed importanti collezioni grafiche, come le illustrazioni per Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, La Divina Commedia e La Sacra Bibbia.
Nella serie Le Arti, è forse più palpabile la passione dell’artista per ogni forma d’arte. In questa raccolta vediamo come il pittore si diletta nel raffigurare varie forme di espressione come la Recitazione, la Poesia, la Genesi, la Pittura, la Scultura, la Danza e la Musica. Tratta da sette disegni realizzati per mano di Salvador Dalì, la serie è stata prodotta successivamente, in esclusiva mondiale, dall‘Istituto Grafico Italiano, al quale vennero ceduti i diritti nel 1983 dalla Rizzoli Arte. Non meno importante è la sezione dedicata alle opere acquisite dalla Fondazione Metropolitan. Una collezione ricchissima, che vanta sculture in bronzo, litografie e fotografie di rara bellezza. É possibile poter apprezzare gli scatti realizzati dall’autore francese Robert Descharnes, stretto collaboratore di Salvador Dalì, nonchè “custode” della memoria del maestro del surrealismo. Lui è l’autore del catalogo ufficiale delle opere dell’artista spagnolo; quando il lavoro del pittore era minacciato da una valanga di falsi, nel 1980 Descharnes fu nominato da Dalì alla guida della Demart, società creata per difendere i diritti d’immagine delle sue opere, dove vi è rimasto fino al 2004, ripulendo il mercato dell’arte dai falsi.
L’inesauribile estro che gli era peculiare lo ha portato ad eccellere persino nella scultura. Nella mostra ne ritroviamo due: una dedicata alla figura mitologica di Perseo e l’altra alla moglie Elena Ivanovna Diakonova, meglio nota come Gala, un’espatriata russa sposata al poeta surrealista Paul Éluard, che fu sua musa per eccellenza. Il maestro scopre nella scultura una potente forma espressiva, dando vita e forma a semplici figure plastiche. A conclusione della mostra, oltre alle produzioni già citate, vanno ricordate le serie Retrospective e Memories of Surrealism, realizzate fra il 1971 e il 1980 e pubblicate sul catalogo Dalì, Das druckgraphische Werk, pietra miliare per lo studio e la catalogazione delle grafiche di Dalì. Infine è possibile consultare i rari testi dedicati al mondo culinario, curati proprio dallo stesso Salvador Dalì: nel primo, intitolato Les Diners de Gala (1974) vengono presentate 136 stravaganti ricette create dalla eccentrica moglie, mentre nel secondo, Les Vins de Gala (1978) si raccontano i più grandi vini del mondo attraverso la firma surrealista dell’artista. Entrambi i libri sono ricchi di illustrazioni interessanti ed inedite che vale la pena di scoprire. I visitatori potranno quindi godere della possibilità di una conoscenza profonda dell’animo dell’artista, dei gusti e delle influenze che hanno influito sulla produzione grafica, potendone finalmente cogliere le svariate sfumature che l’hanno caratterizzata nel corso degli anni, reinterpretando le immagini ed i simboli tipici. La mostra, sita in via Pisacane 36 a Milano, ha il suo periodo espositivo a partire dal 6 fino al 30 di aprile, con un ingresso libero. È aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00, e il sabato in doppio turno dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
Chiara Grasso
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