«Il buon padre voleva un maschietto, ma ahimè sei nata tu», cantano i Cavalieri del Re dal 1982, nella celebre sigla d’apertura di Lady Oscar, uno dei cartoni animati più amati dal pubblico televisivo italiano. Le avventure della donna “spadaccino” hanno affascinato intere generazioni e ancora oggi in molti si chiedono se questo personaggio sia realmente esistito, o se sia frutto del genio inventivo della disegnatrice giapponese Riyoko Ikeda.
Accertato che lo sfondo storico sia quello della Francia rivoluzionaria, resta da individuare la fonte d’ispirazione dell’autrice del fumetto. La Ikeda non ha mai nascosto la sua passione per la storia europea e la lettura del libro biografico Maria Antonietta – Una vita involontariamente eroica (scritto dallo storico austriaco Stefan Zweig negli anni Trenta del Novecento), le suggerì la creazione di un manga ambientato nella corte di Versailles. L’idea di realizzare la figura di una donna “spadaccino” le venne quando scoprì che a quel tempo era consuetudine per alcune cortigiane l’utilizzo di abiti maschili. E’ pur vero che durante l’Ancien Régime le donne non potevano avere accesso al servizio militare e, di conseguenza, ricoprire alte cariche presso la corte reale.
Lady Oscar venne rappresentata come la sesta figlia del generale François Augustin Reynier, conte de Jarjayes, personaggio storico realmente esistito nella Francia di Luigi XVI. Il conte de Jarjayes discendeva da un’antica famiglia aristocratica della provincia del Delfinato, da sempre fedele alla casata reale. Durante la Rivoluzione rimase un convinto servitore della monarchia e in più di una occasione aiutò la famiglia reale dall’insurrezione del popolo francese. Nel 1770 sposò la nipote del generale Bourcet de La Saigne e da lei ebbe due figli. Il primogenito venne alla luce il giorno di Natale del 1771 e fu chiamato Jean-Antoine Pierre Marie Victor, un personaggio ancora oggi avvolto nel mistero. In una biblioteca di Parigi pare sia stato rinvenuto il suo atto di nascita in cui il sesso femminile venne sostituito con quello maschile. In questo minuscolo indizio storico probabilmente si può trovare la chiave di lettura che ispirò Riyoko Ikeda a dar vita alla figura della celebre Lady Oscar.
Gabriele Mirabella
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