MASCALUCIA (CT) – In data 1 agosto 2015 presso piazza Umberto si è tenuta la finale della prestigiosa competizione prettamente sicula del Festival della Canzone di Mascalucia, in cui si sono scontrati diversi ragazzi provenienti da tutta Italia e non solo (forte la rappresentanza maltese). Prima dell’ultima gara, i concorrenti hanno affrontato tre fasi preliminari e solo coloro che le hanno superate tutte e tre hanno avuto accesso alla suddetta serata. Ivi i partecipanti sono stati suddivisi in quattro categorie: per Baby, Junior, e Senior si è partecipato con delle cover, mentre per la quarta nuova sezione, ovvero Inediti, si è partecipato con brani scritti e/o composti dai concorrenti stessi. Per quest’ultima categoria, ha presidiato la premiazione il famoso direttore d’orchestra Beppe Vessicchio. La giuria, oltre al Maestro Vessicchio, ha contato altri tre elementi, ossia Valentina Ducros, vocal coach, il Maestro Ten. Col. Leonardo Laserra Ingrosso e il Maestro Umberto Iervolino.
Per la categoria Inediti è stata selezionata dai giurati come vincitrice la diciottenne di Tremestieri Etneo Marta Mauceri, che non ha solo vinto il primo premio, ma anche il Premio della Critica (giuria composta prettamente da giornalisti). Il suo singolo inedito, Ironica, ha quindi spiccato su tutti gli altri. Certamente, una marcia in più le è stata conferita dall’aver composto anche la parte strumentale del brano, oltre al testo. Ironica, infatti, è cantata accompagnata dall’ukulele e racconta l’idea del futuro della cantante, lontana dagli stereotipi dell’impiegato statale e vicino al mondo dei suoi sogni: quello della musica. Vessicchio ha commentato così la vittoria della ragazza: «La capacità espressiva mi ha particolarmente colpito. Passano anni prima di poter lasciare un segno con un inedito: è una cosa molto complicata e difficile. Devo dire che in particolare [di Marta, n.d.a.] mi ha colpito pure la diversità della proposta, della sua freschezza. Questo è un merito importante: spesso si sentono false strade rischiando di arrivare eternamente secondi. Questa originalità può dare dei risultati». Invece, il commento di Valentina Ducros è stato: «Mi hanno chiesto prima della serata cosa avrei realmente preferito: io ho risposto l’onestà. Lei è una ragazza che si esprime totalmente in quello che dice, il suo pezzo è lei».
In esclusiva per Voci di Città, la vincitrice Marta Mauceri ha risposto ad alcune domande:
Il titolo del tuo brano è Ironica: perché hai scelto proprio questo? Cos’ha fatto scaturire in te l’idea da cui poi è nata la canzone?
«Ironica è la risposta che si a chi mi crede che io sia destinata a condurre una vita normale, senza realizzare il sogno di trasformare la musica nel mio mestiere. Riconosco che il testo possa sembrare in parte polemico, perciò proprio per questo il motivo l’ho intitolato in tal modo: per “smorzarne” gli aspetti pungenti».
Dunque, sostieni di non sognare un futuro da impiegata statale. È doveroso, a questo punto, chiederti cosa sogni.
«Sogno un futuro in cui possa liberamente occuparmi di ciò che mi appassiona davvero, circondata dalle persone che amo altrettanto. Ovviamente vorrei che questo futuro includesse in primis la musica e lotterò con le unghie e con i denti affinché, alla fine, vada così: che si tratti di cantare su grandi palchi davanti a un infinito numero di spettatori o di suonare nelle piazze di piccoli Comuni insieme al mio gruppo davanti a un centinaio di persone, andrà comunque bene».
Si evince facilmente il fatto che l’ukulele vada a nozze con il testo del tuo singolo. Come mai hai scelto proprio un simile strumento e non un altro, dal momento che suoni basso, chitarra, pianoforte e banjo, oltre all’ukulele?
«Ho scritto questa canzone mentre ero seduta in macchina. Il caso ha voluto che tra i diversi strumenti che possiedo avessi proprio l’ukulele con me, che tra l’altro avevo da poco imparato a suonare [ride n.d.a.]. All’inizio l’ho usato prettamente per dare una “base” al testo che stavo scrivendo, poi, durante la fase di arrangiamento del brano, mi sono resa conto di quanto fosse adatto a ciò che avevo immaginato nella mia mente come risultato finale di Ironica».
In conclusione, ti pongo una domanda che può sembrare banale, ma che sorge spontanea. Come è nata la tua passione per la musica?
«La mia passione per l’universo della musica è nata grazie a mio zio Pietro: ricordo, infatti, che quando ero bambina amavo sentirlo suonare, ero capace di ascoltarlo per ore. Lui suonava uno svariato numero di strumenti, tra cui il pianoforte, la fisarmonica e la chitarra. Stando con lui ho iniziato a legarmi a questo mondo meraviglioso, che poi non ho più abbandonato».
Francesco Raguni (articolo e photogallery)
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