HAY-ON WYE – In Galles, ai piedi della catena montuosa del Brecon Beacon, ad una sola ora di macchina da Cardiff, si estende la pittoresca cittadina di Hay-On-Wye, praticamente l’Eldorado dei libri usati e non. Nella piccola cittadina di appena mille e quattrocento abitanti, infatti, abitano più libri che persone. Disseminate qua e là le numerose librerie all’aperto e al chiuso contengono migliaia di volumi, perlopiù di seconda mano ma anche nuovi, mentre non di rado i visitatori possono imbattersi, nell’angolo di una strada o ancora sulla facciata di un edificio, nelle cassette del bookcrossing traboccanti di libri di ogni genere. Non è difficile indovinare, dunque, perché Hay-On-Wye nel tempo sia stata ribattezzata la “città dei libri”.
Il merito di aver dato origine alla tradizione del libro usato, trasmettendo ad ogni abitante la passione per la lettura, appartiene al signor Richard Booth, il quale nel 1961 decise di aprire la sua prima libreria proprio nella vecchia caserma abbandonata di Hay, riempiendola di volumi di seconda mano provenienti dagli Stati Uniti. Quello che era il frutto di una mera inclinazione personale divenne ben presto un punto di riferimento e di ispirazione per tutti i cittadini, e la caserma-libreria ottenne un tale successo da diventare nel tempo il più grande negozio di libri usati d’Europa.
Un successo insperato persino dal signor Booth e che, forse, gli diede un po’ alla testa, dato che nel 1977 egli proclamò il Principato autonomo di Hay-On-Wye e si auto-elesse re. Si trattava, in realtà, di un’ingegnosa tattica di marketing, attraverso cui la città balzò agli onori della cronaca in tutto il mondo. I cittadini, d’altra parte, furono abilissimi a cavalcare l’onda di tanto successo e, sulle orme del proprio “re”, cominciarono ad aprire non soltanto negozi di libri nuovi e usati, bensì anche luoghi in cui fosse possibile prendere in prestito i volumi.
Oggi la cittadina del Galles vanta oltre quaranta bookshop di ogni genere. Vi si trovano, ad esempio, la Rose’s Book (specializzata in libri per l’infanzia), la Murder and Mayhem (regno del noir, in cui spicca un macabro arredamento) e infine la Booth Bookshop, la più prestigiosa, che, estesa su tre piani, è dotata anche di una caffetteria. Ma, come già accennato, i libri traboccano da ogni angolo e vicolo di Hay, non soltanto dalle librerie. La pratica del bookcrossing è qui davvero in voga, tanto le “casette dei libri” sbucano un po’ ovunque in giro per la cittadina. Persino il castello cittadino, nel quale andò ad abitare “King Booth”, è una vera e propria libreria a cielo aperto, dove è possibile acquistare a una sterlina i libri a copertina rigida oppure a cinquanta centesimi tutti gli altri. Il denaro viene inserito in una cassetta non custodita da alcun cassiere, sta tutto all’onesta del cittadino. Il castello, che oggi è gestito dall’organizzazione no-profit Hay Castle Trust, è un vero luogo di cultura sotto tutte le sue forme, forte tra l’altro del suo grande valore storico.
Da degna città dei libri, inoltre, Hay-On-Wye ospita ogni anno nel mese di maggio, ormai dal 1988, il Festival della Letteratura di Hay, patrocinato dalla testata The Guardian. L’evento di risonanza europeo, richiama per tale occasione intellettuali da ogni dove, non soltanto scrittori ma anche filosofi, comici, musicisti e semplici amanti della lettura. Tra gli ospiti illustri delle passate edizioni del festival compare anche il nome di Bill Clinton, che soprannominò la località “Woodstock of the mind”.
Come potranno resistere, dunque, i bibliofili di tutto il mondo ad un simile luogo? I suoi boschi fittissimi, le colline verdeggianti, i ponti in pietra che passano sul fiume Wye, le stradine e in sentieri naturali fanno di Hay-On-Wye letteralmente un paesaggio da fiaba, dove ritrovare il contatto con la natura mentre ci si abbandona alla lettura di un buon libro.
Debora Guglielmino
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