FIRENZE – Una discesa dell’Arno in barca da Firenze a Pisa era già stata compiuta, ma questa è la prima volta che è stata conclusa nell’arco di una sola giornata. Tredici ore, infatti, sono bastate agli equipaggi della Canottieri Comunali Firenze per coprire i circa cento chilometri che separano il capoluogo dalla foce del fiume.
Navigarno è un progetto che la Canottieri Comunali Firenze ha portato avanti insieme alla Regione toscana, al Comune di Firenze, all’Autorità di Bacino del Fiume Arno e all’Arpat con l’obiettivo di testare un percorso navigabile sull’Arno per sviluppare il turismo sportivo-esperienziale e salvaguardare l’ambiente del fiume. La spedizione della Canottieri ha stilato un rapporto sulle condizioni del fiume e degli argini, segnalato le criticità e svolto campionamenti di acqua che sono oggetto di valutazioni da parte di Arpat.
Prima dell’alba, esattamente alle cinque e mezza, il primo equipaggio di canoisti Maionchi-Mecocci è partito, a bordo di un K2, dalla sede dei Canottieri Comunali al ponte da Verrazzano di Firenze e pagaiato fino a Camaioni (Montelupo), discendendo una trentina di chilometri e superando le prime pescaie. Fianchisti-Del Bo hanno raccolto la staffetta e pagaiato per ventisette chilometri fino a Fucecchio, affrontando quattro difficili pescaie “a rullo” con trasbordi a riva lunghi anche seicento metri, percorsi tra le ortiche con la canoa in spalla.
Decisamente più agevole il tratto affrontato dalla coppia Agostini-Ferruzzi che, in corrente, hanno percorso una ventina di chilometri arrivando in un’ora a Pontedera. Lì a dargli il cambio sono stati i discesisti Ghisolfi e Pistolesi, un equipaggio giovane aggiunto a pochi giorni dal via a seguito di una più prudente pianificazione della discesa. Gli ultimi diciotto chilometri di fiume sono stati percorsi in parata da tutte e quattro le canoe e, prima dell’arrivo, predisposto presso la società remiera Canottieri Arno di Pisa, si sono aggiunti altri canoisti per un arrivo collettivo e festoso.
Dal punto di vista dell’ambiente, le cose sono andate meglio del previsto. Nonostante siano stati trovati rifiuti abbandonati sugli argini e a galleggio sull’acqua, le condizioni del fiume sono apparse buone. Il paesaggio, soprattutto nei punti meno conosciuti, ha lasciato tutti a bocca aperta. Giancarlo Fianchisti e Gian Michele Del Bo, ai quali è toccato il tratto d’Arno probabilmente più selvaggio, raccontano di scorci bellissimi e di lunghe pagaiate immersi in una natura silenziosa, lontana dagli insediamenti dell’uomo.
Un nuovo censimento delle pescaie è cominciato proprio grazie alla discesa di Navigarno, e non mancano le segnalazioni di antiche pescaie fatte a “rullo” che impediscono la risalita del fiume da parte dei pesci, o tratti in cui l’argine abbisognerebbe di maggiore manutenzione. Nell’ottica di promuovere il turismo sportivo e avvicinare le persone al fiume, sarebbe utile mantenere le sponde pulite e percorribili almeno a piedi, individuando dei punti di approdo segnalati e attrezzati con catenarie o pali di legno per agevolare la discesa e la risalita degli argini.
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