Ogni città, come Sciacca, in passato si presentava circondata da mura che ne proteggevano l’interno e i suoi abitanti, le vie d’accesso erano delle “porte”. Quella di cui andremo a parlare oggi è la “Porta Palermo”.
Costruita nel 1335, quando furono allargate le mura della città, assunse il suo aspetto odierno intorno al 1753 al tempo di Carlo III di Borbone. La sua costruzione sottolinea una precisa funzione urbanistica, dettata dall’inserimento di nuclei ebrei nel Borgo della Cadda e dall’estendersi dei loro interessi commerciali in direzione dell’entroterra e della città di Palermo.
La parte interna non presenta nulla di particolare, ma esternamente sono messi in evidenza quattro colonne bugnate che scandiscono regolarmente gli spazi. I pilastri e le volute le conferiscono un gusto barocco alquanto ricercato che culmina nell’attico con la grande aquila ad ali spiegate, simbolo dell’allora casa regnante.
Nella lapide marmorea si trovano incisi i nomi dei Giurati del tempo in cui la porta fu edificata.
Nel 1995 furono effettuati lavori di restauro e conservazione dei due antichi battenti che vennero rinforzati da 11 bande di ferro.
L’altezza da terra, circa 90 centimetri, ha fatto sorgere diverse ipotesi sul livello originario, ma la spiegazione più probabile è che internamente all’arco ci fosse un dosso in terra battuta che aveva lo scopo di difendere la città dalle acque di scorrimento che provenivano dalla zona alta della città.
E anche per oggi il nostro viaggio termina qui, come sempre continuate a seguirci alla scoperta di curiose e affascinanti meraviglie.
Letizia Bilella
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