PALERMO ‒ Nel giorno del venticinquesimo anniversario della morte di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo, è stata organizzata una cerimonia commemorativa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente del Senato, le più alte cariche militari e istituzionali e i figli di Grassi, Davide e Alice. Presenti, anche, alcuni commercianti bengalesi che si sono ribellati all’imposizione del pizzo davanti alle telecamere si Ballarò e con le loro denunce avevano fatto arrestare gli estensori.
Il sindaco Orlando ha dichiarato «Diventa una testimonianza più chiara di mille parole l’esempio di decine di imprenditori che denunciano il pizzo e si oppongono al controllo mafioso dell’economia. Tra questi, numerosi commercianti palermitani-bengalesi al cui fianco è stata costantemente, e lo sarà ancora, l’Amministrazione comunale, anche costituendosi parte civile nei processi nati dalle loro coraggiose denunce. E’ la conferma ‒ ha proseguito ‒ del cambiamento possibile di questa città rispetto ai terribili anni nei quali la mafia governava Palermo, lasciando nell’isolamento quanti, nel palazzo di giustizia, nella curia, nei palazzi della politica e dello Stato e nel mondo dell’imprenditoria, tentavano di contrastare l’egemonia politico-affaristico-mafiosa, divenendo bersaglio di uno Stato e di una città che aveva, come in pochi denunciavamo, il volto della mafia. Sia chiaro: la mafia esiste ancora ‒ ha infine concluso ‒ ma grazie allo smantellamento di quel sistema politico-affaristico-mafioso, non governa più Palermo».
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