BOLOGNA – Mercoledì 8 luglio, il Consiglio comunale di Bologna si è riunito in seduta straordinaria per conferire a Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese, premio Nobel per la Pace nel 2006, la cittadinanza onoraria. In seguito alla cerimonia, lo stesso Yunus ha tenuto una lectio magistralis nella Cappella Farnese, all’interno di Palazzo D’Accursio. Si rinnova in questo modo il legame fra il capoluogo emiliano e Yunus, sbocciato nel 2004, quando l’allora Rettore Pier Ugo Calzolari gli conferì la laurea ad honorem in Scienze della Formazione. Legame giustificato, inoltre, dalla comune attenzione rivolta alla giustizia sociale: infatti, fin dalla fondazione del Monte di Bologna, anche le piccole imprese manifatturiere locali riescono ad avere accesso a prestiti agevolati, secondo una procedura simile al microcredito, di cui Yunus è riconosciuto globalmente il padre moderno.
Furono proprio il microcredito e la banca da lui fondata, la Grameen Bank, i meriti grazie ai quali gli è stato consegnato nel 2006 il premio Nobel per la Pace; Yunus è stato, infatti, capace di creare un sistema di credito basato sulla fiducia e non sulla solvibilità, con un tasso di restituzione altissimo, intorno al 98%. Dopo una brillante carriera accademica, l’economista ha visto in prima persona le conseguenze dell’inondazione e della carestia che colpirono il suo Paese, il Bangladesh. In tale occasione si è reso conto di quanto le teorie economiche fossero distanti da ciò che stava dinnanzi ai suoi occhi: ha dciso, così, di intraprendere un progetto che utilizzasse la scienza economica per la lotta alla povertà, seguendo il principio per cui chiunque ha delle potenzialità da sfruttare e bisogna soltanto metterlo nelle condizioni di poterlo fare.
Il primo prestito fu di 27$ e anche i successivi furono somme di minima entità destinate all’avvio di piccole attività d’impresa, spesso gestite da donne, con evidenti positive ricadute per quanto riguarda l’emancipazione femminile. L’idea fu talmente vincente che si strutturò in una vera e propria banca, la Grameen Bank, venne esportata in molti altri Paesi e diede una chance a tutte quelle persone che altrimenti sarebbero rimaste ai margini del sistema finanziario convenzionale.
Perfino la Banca Mondiale, uno dei fulcri della costruzione istituzionale internazionale, ha adottato il microcredito come uno degli strumenti di finanziamento utilizzati in tutto il mondo per promuovere lo sviluppo economico e sociale, dimostrando come un modello fondato sulla fiducia e sull’inclusione non sia soltanto un’utopia, bensì una realtà solida ed efficiente. Per usare le parole di Yunus «In Bangladesh, dove non funziona nulla, il microcredito funziona come un orologio svizzero».
Lorenzo Guasco
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