L’estate si avvicina e nei sogni di molti c’è un viaggio di avventura, compiuto girovagando fra boschi, spiagge e città. Non sarebbe fantastico poter montare alla propria abitazione delle ruote e partire? Sembra quasi una scena da cartone animato, ma in realtà non è poi tanto inverosimile: negli Stati Uniti e in Canada sono già tante le famiglie che hanno scelto di vivere in una Tiny House (letteralmente “piccola casa”), vera e propria abitazione con ruote di appena 40mq (come un monolocale), capace però di contenere all’interno tutto il necessario per la normale vita di una famiglia, ovvero bagno, cucina, letti e salotto. L’idea delle Tiny House è nata dalla commistione di più elementi ed esigenze, prima fra tutte quella di trovare una alternativa più economica ed ecosostenibile alle solite abitazioni presenti sul mercato. Tali casette costano in media 30mila dollari e, oltre al risparmio economico ed energetico, ciò permette di godere di un grande vantaggio: la libertà di muoversi facilmente da un posto all’altro grazie alle ruote montanti, che rendono la casa facilmente trasportabile.
Quello delle Tiny House è un mercato in forte espansione, ch,e come sostiene Jay Shafer, responsabile dell’azienda Tumbleweed Tiny House in California, «sembra essere una convergenza perfetta tra mercato immobiliare che va male, una cattiva economia ed una maggiore consapevolezza ambientale». Il motivo per cui un simile “stile di vita” attrae sempre più persone consiste nel fatto che vivere con semplicità si può, perché ciò rende più indipendenti e non significa che debba privare di qualcosa, bensì privarci del “superfluo”, rendendo concentrata al massimo la funzionalità degli oggetti per risparmiare spazio ed energia. Le Tiny House, difatti, rappresentano una “costruzione su misura” che, rispetto a una normale abitazione, permette di avere tutti i confort senza spreco di metri quadrati, così da dimezzare non solo i costi di costruzione, ma anche quelli di riscaldamento e manutenzione generale. I materiali utilizzati per la costruzione sono tutti riciclati e pongono l’attenzione per l’ambiente ancora una volta al primo posto.
Non è un caso, perciò, che chi scelga tale soluzione abitativa sia gente attratta da un lifesyle non convenzionale, a stretto contatto con la natura e nel suo pieno rispetto. Negli USA è addirittura nato lo Small House Movement (Movimento per le Piccole Abitazioni), un movimento architetturale e sociale, la cui asserzione è che vivere in case molto spaziose non sempre sia sinonimo di felicità, ma, anzi, spesso costituisca uno stress per la manutenzione, l’affitto e i mutui elevati che esse comportano. Una sorta di “manifesto” del movimento può essere considerato il libro Not so big house, scritto dall’architetto inglese Sarah Susanka, considerata la creatrice della filosofia Not so big di architettura residenziale, che mira a costruire meglio, non in maniera più grande.
La Tiny House rappresenta, dunque, una soluzione ideale di risparmio economico e di riduzione degli sprechi energetici, e non solo: permette anche di “mettere radici” senza mai sentirsi legati ad un solo posto, offrendo a tutti la possibilità di viaggiare sentendosi sempre “a casa”.
Lorena Peci
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