Furti di credenziali per accesso ai sistemi di home banking, ai numeri di carte di credito o ancora alle chiavi private di wallet di cryptovalute. I dati 2021 della Polizia Postale sulle truffe online fanno riflettere e invitano alla prudenza
Aumentano del 27% i casi di frode online che utilizzano il phishing, smishing o vishing per carpire illecitamente dati personali o bancari. Un totale di oltre 18mila casi di furto di credenziali per accesso ai sistemi di home banking, di numeri di carte di credito, di chiavi private di wallet di cryptovalute a fronte dei quali sono state indagate 781 persone.
Citando la definizione riportata dal sito della Polizia Postale, il phishing è una particolare tipologia di truffa online che si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli. In particolare, attraverso una e-mail, solo apparentemente proveniente da istituti finanziari (banche o società emittenti di carte di credito) o da siti web che richiedono l’accesso previa registrazione (web-mail, e-commerce ecc.). Il messaggio invita, riferendo problemi di registrazione o di altra natura, a fornire i propri riservati dati di accesso al servizio. Solitamente nel messaggio, per rassicurare falsamente l’utente, è indicato un collegamento (link) che rimanda solo apparentemente al sito web dell’istituto di credito o del servizio a cui si è registrati. In realtà il sito a cui ci si collega è stato artatamente allestito identico a quello originale. Qualora l’utente inserisca i propri dati riservati, questi saranno nella disponibilità dei criminali.
Con la stessa finalità, un pericolo più subdolo arriva dall’utilizzo dei virus informatici. Le modalità di infezione sono diverse. La più diffusa è sempre il classico allegato al messaggio di posta elettronica con diverse estensioni .exe, .doc; .pdf. Questo tipo di truffe avvengono anche tramite sms (smishing) o telefonicamente (vishing) con il quale si cercano di avviare addebiti non autorizzati sulle carte di credito attraverso raggiri via telefono.
«Quello che emerge dal report 2021 redatto dalla Polizia Postale è un dato allarmante dal punto di vista giuridico, economico e sociale che, però, la nostra Associazione aveva ampiamente previsto». È questo il commento dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” in merito all’aumento delle truffe online nel 2021 rispetto al 2020.
E proprio per fornire il migliore servizio possibile e avere un osservatorio costante sul fenomeno, l’Associazione ha istituito al proprio interno uno specifico Dipartimento dedicato alla tutela del consumatore dalle truffe online. Responsabile del dipartimento è la dott.ssa Irene Zapparata. «La nostra Associazione ritiene che la prima forma di tutela del consumatore sia l’informazione– afferma la dott.ssa Irene Zapparata – L’informazione assume un ruolo ancora più centrale nella difesa dalle truffe online. Proprio per questo, siamo impegnati in una campagna informativa sui diritti dei cittadini, in modo tale che gli stessi possano evitare di andare incontro a “disavventure” dalle ricadute economiche spesso rilevanti. In tale attività di informazione abbiamo redatto un apposito vademecum che si prefigge di fornire uno strumento rapido, agile ed efficace per consentire al cittadino di individuare immediatamente una truffa informatica e non rimanere vittima della stessa».
Giulia Bergami
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nata nel 1996 a Bologna, Giulia Bergami ha una missione nella vita: raccontare il mondo che la circonda.Laureata nel 2018 in Scienze della Comunicazione a Bologna, prosegue i suoi studi conseguendo nel 2020 il titolo magistrale nella facoltà di Management e Comunicazione d’Impresa di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla CSR e la Responsabilità Sociale d’impresa nell’industria farmaceutica. Da quasi 5 anni collabora con alcune testate giornalistiche del territorio per raccontare le persone di Bologna, le loro vite, i successi e le sfide quotidiane, meglio ancora se giovani, intraprendenti e con la voglia di “spaccare il mondo”. Al contempo, lavora nella Comunicazione d’Impresa e delle Media Relations in ambito salute. Sia per supportare il lavoro delle associazioni pazienti sia a fianco di aziende e altre realtà del settore. Forse non sarà l’Oriana Fallaci 2.0 del futuro, ma intanto è così “famosa” da avere una biografia su internet. Prossimo passo? Una pagina di Wikipedia interamente dedicata a lei.