Fondata nel 1520 dai mercanti genovesi molto attivi nel porto di Sciacca, ora non esiste più perché abbattuta nel 1952. Sorgeva adiacente alla Chiesa di San Francesco d’Assisi, con cui comunicava attraverso la cappello. La cosa più pregevole della navata unica erano i pannelli in maiolica cingenti le pareti interne della chiesa, eseguiti nel 1601 dal ceramista saccense Giuseppe Bonachia che ha usato lo pseudonimo di Mayharata.
Le pareti e il pavimento della chiesa erano piastrellati con pannelli in mattoni, oltre agli ambienti accessori, alle balaustre e alle scale. A partire dal 1860 quando la chiesa, assieme all’attiguo Convento di San Francesco, fu adibita a caserma militare prima e, durante la seconda guerra mondiale, ad abitazione dei senza tetto.
Della fascia maiolicata, attualmente, esistono solo otto pannelli, di cui uno si presenta incompleto: cinque pannelli sono conservati presso l’Istituto d’Arte di Sciacca, altri tre si trovano uno a Caltagirone, uno a Faenza ed un terzo in Germania. Nei pannelli sono raffigurati: Il sacrificio di Abramo; Il ricco epulone; L’ebbrezza di Noè; L’uccisione di Amasa nipote di David; L’uccisione di Zambri e Cozbi; La liberazione di Susanna; La lapidazione di Acan.
L’ottavo pannello è costituito dall’autoritratto del Maxarato in divisa da sergente della Compagnia del Terzo, o Sergenteria di Sciacca.
La fascia di mattonelle maiolicate costituiva come un grande arazzo con al centro dei medaglioni a vari soggetti, delimitati da iscrizioni latine, che il Maxarato non sempre trascrisse correttamente; essi sono inseriti in una cornice realizzata con nastri pieghettati, delimitati da candelabri sorretti e sormontati da puttini, mentre una larga fascia li raccorda nella parte inferiore e superiore.
La meravigliosa armonia dell’insieme è costituita dal vivace cromatismo ottenuto con i brillanti toni del blu, del giallo dorato, del verde smeraldo, del marrone carico caratteristici della maiolica saccense, su un fondo leggermente turchino.
Si conclude qui anche questa tappa del nostro viaggio, sempre alla scoperta delle meraviglie della nostra meravigliosa isola.
Letizia Bilella
(Fonte foto: Wikipedia)
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