Oggi il nostro viaggio ci porta in uno dei quartieri più significativi di Sciacca, il Caricatore la cui origine sembra rimontare al periodo saraceno o a quello immediatamente successivo del conte Ruggero: fu lui infatti che lo istituì.
Quando la cerchia delle mura della città cingeva solo il piccolo borgo-quartiere della Terra Vecchia, il Caricatore sorgeva fra le attuali vie Roma e Garibaldi; solo successivamente all’allargamento delle mura, voluto da Federico III nel 1335-36 per includere i quartieri del Rabato, della Cadda e Di Mezzo sorti nel frattempo, il Caricatore dovette costituire un grande fastidio per i cittadini a causa del continuo transito e sferragliare dei carri a tutte le ore del giorno, inoltre per una maggiore vicinanza al porto e per una più opportuna sistemazione in una zona asciutta e in declivio che potesse impedire l’accumularsi delle acque piovane, esso fu spostato nella zona che scende da Porta di Mare fino al porto, mentre da est ad ovest si estendeva per circa 400.
A oriente era stata eretta una chiesetta dedicata a S. Maria dell’Itria, della quale si prendevano cura gli operai del Caricatore stesso. Nel Caricatore si trovavano sette magazzini: i maggiori erano quelli fatti costruire a cura dell’erario dal re Carlo II nel 1648. Alla base sorgeva il Ponte, un braccio di massi accatastati ad ovest della rupe che serviva a facilitare l’imbarco e lo sbarco delle merci.
Varie fosse granarie erano scavate nella viva roccia e alcune di esse sono state recentemente trasformate in magazzini per la lavorazione del pesce salato; al loro interno sono ancora visibili alcune tracce delle originarie imboccature.
A sud della rupe San Paolo era stato costruito un fortino, da dove partiva un breve braccio di molo costituito da una scogliera artificiale che formava un piccolo porto.
Un’importanza particolare nella zona svolgeva il fondaco regio, istituito il 12 agosto del 1231 dall’imperatore Federico II di Svevia, che stabilì che il commercio con l’estero dovesse effettuarsi solo tramite i fondachi governativi che fungevano da dogana e da albergo per i commercianti stranieri. Nel fondaco avevano i loro banchi i campsores (cambiavalute), che per il loro lavoro versavano al fisco due grani per ogni tarì, cioè il 10%.
Il Caricatore di Sciacca veniva al secondo posto, dopo quello di Termini. I Caricatori della Sicilia furono aboliti con un decreto il 21 giugno del 1819, quando vennero sostituiti dai mulini come luogo di raccolta del frumento.
Oggi nella zona del primo antico Caricatore si può visitare il Vicolo Sammaritano detto Sutta li voti (Sotto le volte), perché le estremità di tale via sono contrassegnate da edifici costruiti a cavallo della strada, con le volte poggianti su archi gotici: questo modulo urbanistico è tipico del modo di costruire del medioevo e si può osservare anche in altri punti della città.
Questo vicolo anticamente veniva chiamato anche Volta del Fossato perché qui si trovava la Torre del fossato, fondata dal Conte Ruggero a difesa dell’antico Caricatore.
Il nostro viaggio fra le meraviglie di Sciacca per oggi termina qui, continuate a seguirci e scopriremo assieme altre bellezze.
Letizia Bilella
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Letizia, perito commerciale, studia Beni Archivistici e Librari. Insomma, una donna agli antipodi. Ama i libri sia come contenitore, sia per il contenuto. Dal 2010 collabora con un settimanale della sua provincia (AG) e con varie testate giornalistiche della sua zona, occupandosi di cultura, spettacolo e in alcuni casi anche di politica locale. Nel suo comune (Burgio) fa la guida turistica e collabora anche attivamente con l’Amministrazione Comunale nell’organizzazione di eventi. Ama tutto quello che è arte e dunque ama scrivere. Il suo primo romanzo è in correzione presso un editore: incrociamo le dita.