WASHINGTON – Gli Stati Uniti stanno trattando su più tavoli nel tentativo di tenere ben saldo il “termometro” del mondo. In tal senso l’annuncio della Trans-Pacific Partnership sembra essere un punto a favore dell’amministrazione Obama, tant’è vero che il suddetto accordo di libero scambio sottoscritto con 11 Stati del Pacifico e del Sud-Est asiatico (Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam) rappresentava un elemento fondamentale dell’agenda di governo. La TPP mira ora ad uniformare le relazioni commerciali di una vastissima area geopolitica (in cui confluisce circa il 40% dell’economia mondiale), la quale, in particolar modo, serve a contrastare l’influenza cinese su questi mercati.
A tale proposito, il leader della Casa Bianca ha dichiarato che gli USA, allo stato attuale delle cose, non siano nelle condizioni di «lasciar scrivere le regole dell’economia globale a Paesi come la Cina», affermando che la misura può agevolare varie componenti del tessuto economico a stelle e strisce, in primis agricoltura, allevamento e settore industriale. L’asse USA-Giappone si rinsalda in concomitanza con le nuove disposizioni di Tokyo in materia di politica estera, che autorizzeranno le forze armate giapponesi a scendere in campo a fianco delle milizie statunitensi in alcune missioni.
Si registra, invece, una fumata nera sul tavolo del negoziato aperto con l’Unione Europea per la Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), a causa dell’atteggiamento avverso mostrato da alcuni Paesi del vecchio continente nella chiusura della trattativa commerciale.
Gabriele Mirabella
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Classe ’92, calcio e giornalismo (e la buona tavola) sono il suo “pane quotidiano”. Tra le fantasie più recondite, quella di comparire tra le figurine Panini, pur non avendo mai giocato in Serie A. Ogni tanto si diletta con telecronache improvvisate di match inesistenti, tuttavia gli amici vorrebbero che sostituisse Beppe Bergomi a FIFA. Il suo sogno nel cassetto? Commentare una finale dei Mondiali.