1950, anno dello scoppio della guerra di Corea quando la cosiddetta guerra fredda rischiò di trasformarsi in un conflitto mondiale. In quella occasione gli Stati Uniti intervennero a fianco della Corea del Sud poiché occupata dall’esercito nord coreano il cui governo minacciò di ricorrere all’uso delle bombe nucleari. 2015, anno in cui dopo più di sessanta anni ritorna il fantasma della guerra di Corea. Il passato 21 agosto l’agenzia di stampa ufficiale Kena ha riportato che il capo supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha ordinato alle proprie forze armate di prepararsi ad entrare in un «quasi stato di guerra» con la Corea del Sud. Si è trattato di una escalation partita con un attacco propagandistico contro la dittatura del Partito dei lavoratori, l’unico che detiene il controllo del paese nel Nord e che ha portato ad uno scambio di colpi di artiglieria lungo il confine tra i due Stati.
Intanto, è notizia recente la conferma da parte del governo nord-coreano della riapertura di Yongbyon, il reattore nucleare non più in funzione dal 2007 grazie ad un accordo firmato tra Pyongyang, Seul, Stati Uniti, Cina ed altri paesi. Secondo lo U.S. – Korea Institute della Johns Hopkins University «la recente attività nel reattore potrebbe essere il preludio a un nuovo esperimento nucleare». In questo quadro di minacce anche gli Stati Uniti ritornano in scena, considerando quanto dichiarato infatti dal direttore dell’agenzia atomica di Pyongyang, il quale ha ribadito che «se gli Stati Uniti proseguiranno le loro politiche spregiudicate nei confronti della Repubblica Popolare della Corea del Nord, questa è pronta ad affrontarli con armi nucleari in qualunque momento». Ritorna così in auge anche il fantasma della guerra nucleare.
Ester Sbona
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