La riforma del servizio militare è stata approvata dalla Camera lo scorso 27 marzo. Con 453 voti a favore, 10 contrari e 6 astenuti, il testo, cui primo firmatario è il deputato forzista Matteo Perego di Cremnago, passa così all’esame del Senato. La ormai ribattezzata “mini naja” prevedrebbe una serie di percorsi formativi, non retribuiti, ovviamente inerenti all’ambito militare, della durata di sei mesi.
Gli interessati, secondo quanto si legge nel provvedimento, sarebbero i ragazzi di età compresa fra i 18 e i 22 anni. Per potervi partecipare, oltre al principale requisito della cittadinanza italiana, sarà necessario non avere condanne pendenti per delitti non colposi e procedimenti penali in atto ed essere in possesso del diploma di scuola superiore. L’obiettivo principe del progetto – ben diverso dalla leva obbligatoria paventata da Matteo Salvini – è quello di far conoscere in prima persona alle nuove generazioni i valori e la storia dell’ordinamento militare italiano.
Nei sei mesi previsti dal provvedimento, i ragazzi si sottoporranno ad un “addestramento” diviso in tre fasi: corsi di studio e-learning, apprendimento pratico per far comprendere al meglio il dovere civico della difesa della patria, sancito dall’articolo 52 della Costituzione, e permanenza presso le strutture operative delle Forze Armate e dell’Arma dei carabinieri. Al termine del percorso formativo verrà rilasciato un attestato – in cui si certifichi l’esito positivo del lavoro svolto – il quale potrà essere utilizzato sia come titolo per la valutazione all’ammissione nelle stesse Forze Armate come ufficiale di complemento, ma anche in ambito universitario con l’acquisizione di 12 cfu .
Favorevoli Movimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e PD, mentre si sono ostinatamente dimostrati contrari i deputati di Leu. Fuori dal Parlamento anche gli ambienti universitari hanno mostrato la propria ritrosia al progetto, affermando che il Governo dovrebbe preoccuparsi piuttosto di migliorare la didattica per garantire agli studenti un futuro con più ampie scelte.
Francesca Santi
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