L‘Italia sembra essere riuscita a sensibilizzare e a risvegliare l’UE sull’emergenza immigrazione. Sembra, però; perché alcuni Stati membri fanno dietrofront su determinate proposte, in particolare quella delle quote immigrati. Infatti, ci sono nazioni quali la Repubblica Ceca, la Slovacchia, i Paesi Baltici, la Polonia e il Regno Unito, che si stanno opponendo all’equa ripartizione degli immigrati, in base al PIL e al numero di extracomunitari già ospitati. La lista dei suddetti Paesi è stata annunciata dal ministro ungherese dei Rapporti con l’Europa, Szabolcs Takacz. Quest’ultimo ha aggiunto ai suddetti paesi anche la Francia. Il tutto confermato dalle dichiarazioni del primo ministro francese Manuel Valls: «Sono contrario all’instaurazione di quote di migranti. Questo non ha mai corrisposto alle proposte francesi. La Francia è invece favorevole a un sistema europeo di guardie di frontiera».
Tali dichiarazioni hanno un peso non trascurabile per l’Italia e il ministro degli Esteri Gentiloni ha replicato l’annuncio di Valls, affermando che, se prima l’UE aveva dichiarato massima disponibilità nei confronti dell’Italia, ora deve passare ai fatti. Lo stesso discorso è stato affrontato dalla Mogherini (Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza) e sottolineato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Se la questione delle quote crea dissensi all’interno degli Stati membri, tutti sono d’accordo sull’operazione navale proposta a Bruxelles dalla Mogherini l’11 maggio scorso. L’operazione messa in atto si chiamerà Eunavfor Med e avrà Roma come quartier generale e l’ammiraglio Enrico Credendino come comandante operativo. L’intera operazione navale sarà atta alla distruzione delle imbarcazioni per il traffico di vite umane e all’arresto degli scafisti. Infine, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella spende parole sull’intervento in Libia, affermando che nello Stivale sarebbe essenziale un intervento politico piuttosto che militare.
Claudio Francesco Nicolosi
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