Smentite tutte le previsioni degli exit poll sulle elezioni in Israele, trionfa il premier uscente Netanyahu! Si risolve così con una sconfitta il nodo cruciale della soluzione di pace in Medio Oriente: il governo di Israele dice no al riconoscimento di uno Stato palestinese. L’obiettivo prossimo del neo premier sarà quello di formare un governo di centro-destra che potrà contare su una forte maggioranza (60 seggi su 120), grazie soprattutto alla netta vittoria del partito di Netanyahu, il LIKUD, che ha conquistato 30 seggi sui 120 della Knesset (il Parlamento monocamerale di Israele).
Fredda e preoccupante è stata la reazione dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che tramite il suo segretario generale, Yasser Abed Rabbo, ha dichiarato: «Israele ha scelto la via dell’occupazione e della colonizzazione e non quella del negoziato e della collaborazione». È chiaro il riferimento a quanto dichiarato da Netanyahu durante la sua campagna elettorale in occasione della quale ripeteva l’assoluta negazione di uno Stato Palestinese qualora avesse vinto le elezioni. Il Partito sionista rivale sconfitto, capeggiato da Herzog, non si arrende e dichiara di voler continuare a lottare insieme a tutti gli alleati del centrosinistra all’interno del Knesset per difendere e affermare l’idea di una soluzione a due Stati per la questione israelo-palestinese.
Fredda e gelida è stata anche la reazione della Casa Bianca; Barack Obama non si congratula personalmente con Netanyahu per la sua vittoria, ma è il segretario di stato John Kerry a chiamare il leader del LIKUD per complimentarsi. I rapporti tra i due leaders sono freddi ormai da tempo e Washington sperava in una svolta per Israele al fine di rilanciare la storica alleanza tra i due Paesi; purtroppo però l’esito delle elezioni ha confermato lo status quo e il Presidente degli Stati Uniti dovrà prenderne atto.
«Valuteremo la strada da seguire per portare avanti il processo di pace in Medio Oriente» afferma la Casa Bianca «ma si va avanti con la soluzione dei due Stati, uno israeliano e uno palestinese» ha sottolineato la portavoce del Dipartimento di Stato Jennifer Psaki. Alla luce di tale dichiarazione, dunque, si dovrà attendere per scoprire quali saranno i risvolti nelle relazioni tra i due storici alleati.
Ester Sbona
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